PROSSIMA EMERGENZA IL MONDO DEL LAVORO?

Nel pieno della crisi finanziaria mondiale che sembra avere colpito anche la nostra Repubblica con una forza inaudita, mentre il dibattito si arrovella per nominare un presidente di Banca Centrale, mentre si corre a Roma quasi quotidianamente per tentare di risolvere il problema banche una nuova spina, il governo dovrà spuntare al più presto.

Mi riferisco ai problemi legati al mondo del lavoro e conseguentemente dell’economia.

Anche qui stiamo pagando a caro prezzo anni di non scelte, il non sapere su quale economia privilegiare, di avere frainteso “il puntare sui servizi” dimenticandosi che quest’ultimi necessitano dell’economia reale per offrirli altrimenti a chi li diamo?

Numerosi i casi di imprenditori che negli ultimi anni si sono sentiti dire “ di voi non abbiamo più bisogno perché occupate solo frontalieri, quindi il terreno per ampliarvi non c’è, andate pure in Valmarecchia”.

Magari il terreno, c’era per immobiliari che rivendevano il capannone e questa è una forte contraddizione di questo periodo.

Stiamo pagando soprattutto 10 anni di non governo, perché abbiamo cambiato più governi in questi 10 anni che dal dopoguerra ad oggi!

Purtroppo oggi si sta presentando il conto di tutto ciò e a renderlo ancora più salato è senz’altro una congiunture economica mondiale senza precedenti.

Ben venga il risolvere al più presto i problemi relativi alle banche, perché credo che questo sia la benzina della nostra economia, soprattutto se vogliamo attrarre nuovi investimenti.

Ora occorre nominare il presidente e CDA di BCSM al più presto per dare credibilità al sistema e allo stesso tempo iniziare a risolvere i problemi di rapporti con l’Italia in senso generale, ma anche in senso pratico, a partire dalla convenzione del 2002 contro le doppie imposizioni, punto 1 per risolvere le forme distorsive della Guardia di Finanza nei confronti di nostre aziende anche storiche.

Sistemare l’accordo di cooperazione e firmarlo anche questo perché l’Italia deve capire che siamo uno stato sovrano e che dobbiamo avere nostri spazi di manovra e allo stesso tempo San Marino deve capire che l’economia delle furberie andrà a cessare nel tempo.

Questo è un altro pilastro fondamentale della nostra economia la stabilità politica e regole certe per chi investe soldi a San Marino.

A questo punto però dobbiamo iniziare a ragionare del mondo del lavoro, con i contratti più importanti scaduti in un momento particolare dove dovrebbe emergere senso di responsabilità non solo da parte dei lavoratori, ma di tutti gli attori del “sistema”.

Per fortuna grazie alla costituzione di fondi specifici creati oltre vent’anni fa, oggi floridi grazie ad anni di forte crescita economica del nostro paese, i lavoratori, i tanti che oggi sono in cassa integrazione, in mobilità, possono contare su forme di protezioni sociali dignitose.

Il governo ha anche in mano “l’asso” del fondo assegni famigliari in forte attivo, quindi non deve inventarsi chissà quale stratagemma per trovare danaro per aiutare le famiglie con bambini piccoli e madri che accudiscono alla famiglia.

Infatti, il Segretario Marcucci e Podeschi hanno già messo mano, per creare una bozza di lavoro, per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali e l’aumento degli assegni famigliari. Quest’ultimi ( compreso l’assegno integrativo) mirati a certe fasce sociali, tutto questo va nella direzione giusta per affrontare più serenamente il contingente problema economico delle famiglie.

Questo però non basterà! Perché se è vero che l’impresa in questi momenti “studia” il proprio processo e la propria organizzazione per rendersi più appetibile al mercato, lo stesso deve fare il nostro paese.

Questo significa fare sistema! Iniziare a ragionare tutti insieme ed in modo veloce di come rendere attraente il nostro paese verso nuovi investimenti, su quale economia puntare, cosa fare per ritornare ad occupare al più presto le persone che oggi stanno perdendo il posto di lavoro.

Insomma fare in pochi mesi le scelte che non sono state fatte negli ultimi 10 anni.

Come un buon commerciante che lucida la vetrina e la rende più bella per attrarre nuovi clienti, la stessa cosa deve fare il nostro paese.

Dicevamo prima, le regole certe per l’operatività bancaria e serietà di quest’ultime, regole certe per quanto riguarda la fiscalità sammarinese e internazionale, un sistema giudiziario certo, stabile che funzioni, cosa che ad oggi non mi sembra nelle condizioni ottimali, almeno una parte di esso.

Qui chiamo il Segretario Casali a fare gli straordinari, perché questo è un pilastro fondamentale di un paese  soprattutto come base d’appetibilità di San Marino verso nuovi investimenti.

Occorre risolvere al più presto tutti i problemi legati alla giustizia trovando l’accordo fra le parti, ma soprattutto soluzioni! E non più prescrizioni!

La Pubblica amministrazione è un altro pilastro fondamentale del nostro paese, perché una PA che funziona, leggera, che abbia all’interno persone motivate e valorizzate per i propri meriti piuttosto che per il proprio colore, sarà lo specchio di un paese che funziona perché essa è deputata alla distribuzione di servizi che devono essere di primo livello.

I pubblici dipendenti da anni ormai stanno pagando quel contratto al 5% che se è stata una manna in quel quadriennio, passato quello è diventata una pesante spada di Damocle. Quel contratto oltre all’adeguamento economico deve indirizzarsi verso la meritocrazia e la produttività dando finalmente le responsabilità a chi è pagato per averle.

Arriviamo ora alle imprese e ai lavoratori di queste imprese.

Si è appena avviata la trattativa per il rinnovo del contratto di lavoro industria, vi è stato un primo incontro ufficiale dove emerge da parte delle imprese la richiesta ai lavoratori di “fare sistema” insieme per superare la crisi per rilanciare la competitività dell’impresa ecc.

Certamente dopo 2 contratti chiusi in uno stato di conflittualità elevatissimo e aggiungiamo anche un rapporto di relazioni fra le associazioni impresesindacati fra le più basse della storia, un po’ di  diffidenza da parte dei lavoratori c’è senz’altro.

Nella riunione di ieri del direttivo CSU industria, questo è stato il tema centrale, così come il fatto di fare il contratto o meno in un contesto così aggrovigliato.

Il contratto si farà dichiara il sindacato, perché la riunione ritiene inopportuno mettere “ la testa sotto la sabbia” e aspettare venti migliori.

Per quanto riguarda la richiesta degli imprenditori, certamente è una scommessa anche per i dirigenti sindacali, abituati per motivi contingenti a contrattare punto e basta.

La preoccupazione dei lavoratori è certamente la paura di essere presi in giro e che questo momento sia sfruttato dagli imprenditori, solo per riportare a casa certi diritti ceduti nelle ultime contrattazioni.

Credo senza dubbio che se questo fossero scenario saremmo di fronte ad un paese alla frutta che non ha più niente da offrire.

Al contrario se questa fosse una scommessa che viene accettata da tutti, aggiungo anche dal governo forse il tunnel in cui si trova il paese vedrebbe la luce, molto prima del previsto.

A differenza del passato occorre senz’altro in primo luogo sotterrare “l’ascia di guerra e mettersi di fronte ad un nuovo metodo di contrattazione, occorre l’intervento da protagonista del governo così come protagonisti dovranno essere le categorie sociali e imprenditoriali.

Un cambiamento ancor più radicale è il ruolo del governo, che nelle ultime 2 contrattazioni ha fatto solo da “pacere” tagliando sempre “ la mela a metà”.

Protagonista per il governo significa che il contratto PA ad esempio andrà ad essere in linea con quello dell’industria, che dovrà mettere in campo le risorse per attrarre nuovi investimenti che vanno oltre alla riduzione della fiscalità, ma come detto all’inizio dell’articolo alla definizione di regole certe per le imprese, di una PA d’eccellenza, di un tribunale all’altezza di un paese civile di telecomunicazioni da primo mondo aggiungo anche.

Le imprese ( questo forse un po’ tutti) devono decidere di puntare sull’economia seria sugli imprenditori seri, che danno immagine a loro stessi ai colleghi e al paese.

In questo contesto i lavoratori dovranno dare la disponibilità ad accettare la scommessa di sacrificarsi per imparare nuove professionalità ed accettare le nuove sfide che verranno loro proposte.

Difficile la realizzazione di tutto ciò?

Forse si forse no, ma da chi dipende se non da noi?

 

Sono aperti i commenti se qualcuno vorrà aggiungere qualcosa è gradito.

Purtroppo a causa dei soliti simpaticoni che non sanno utilizzare la libertà e per questo starebbero bene in altri paesi dove questa è negata dobbiamo mettere i commenti in approvazione. Mi spiace questo, ma c’è la vie.

 

 

 

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