
RIMINI – Ieri, lunedì 24 febbraio, circa cento persone hanno partecipato a una manifestazione silenziosa davanti all’Ufficio scolastico di Rimini, in corso d’Augusto. L’iniziativa ha coinvolto docenti, studenti e genitori del liceo Serpieri di Viserba, con l’obiettivo di richiamare l’attenzione delle istituzioni su questioni irrisolte legate alla scuola.
Una portavoce, che ha scelto di rimanere anonima, ha sottolineato l’importanza di questo gesto simbolico, specificando che è stato organizzato in un momento in cui l’Ufficio scolastico era chiuso. “Vogliamo che le istituzioni rispondano ai nostri appelli. Manca un dialogo e un confronto sulla situazione del Serpieri”, ha affermato.
Le motivazioni alla base della protesta sono due. Innanzitutto, c’è solidarietà nei confronti del professor Marco Mangia, recentemente sospeso dal lavoro per sette giorni. In secondo luogo, emerge la necessità di un cambio di approccio nelle dinamiche scolastiche, condivisa da molti genitori.
In passato, i genitori hanno tentato di comunicare con le autorità scolastiche senza ottenere risposte. Lo scorso 30 novembre, oltre 400 genitori hanno firmato una lettera indirizzata ai dirigenti e agli uffici scolastici provinciali e regionali, ma non hanno ricevuto alcun riscontro. Un secondo appello, firmato da oltre 800 genitori l’11 dicembre, ha avuto lo stesso esito.
La portavoce ha evidenziato le difficoltà legate a decisioni poco chiare e alla disorganizzazione in merito a gite scolastiche e acquisti di materiali didattici. “Ciò di cui abbiamo bisogno adesso è un dialogo aperto con le istituzioni. I ragazzi stanno perdendo fiducia nella loro capacità di confronto”, ha concluso.
La mobilitazione di ieri rappresenta un ulteriore tentativo di abbattere un clima di chiusura che sembra caratterizzare le relazioni tra genitori e istituzioni scolastiche.