Ps diviso, “Liberamente San Marino” non parteciperà al Congresso di marzo troina: “Non ci sentiamo di partecipare ad una farsa”

Liberamente San MarinoFederico Pedini Amati e i compagni di “Liberamente San Marino” non ci saranno, il 6 e 7 marzo prossimi, al Congresso straordinario del Partito socialista. ieri, in una conferenza stampa fiume, il consigliere, insieme a Erik Casali, Epifanio Troina ed Emanuele Santi, ha motivato quello che sembra ormai lo strappo definitivo della corrente, da Paride Andreoli e soci.

Nel mirino anni di gestione del partito “approssimativa, antidemocratica e non trasparente”, in capo a “persone che utilizzano il nonnismo in modo ordinario”, anche nella nomina della dirigenza, come a loro dire, sta avvenendo nell’iter che porterà all’assise congressuale.

La storia dei malumori di “Liberamente” con la dirigenza del Partito socialista è datata: il consigliere Pedini Amati e i tre componenti del direttivo partono da lontano nel resoconto di come la frattura sia maturata. Si va dalla non approvazione del bilancio del 2012, per via di voci di spesa giudicate non trasparenti come, per esempio, i 13mila euro addebitati per pranzi e cene “di cui non si è usufruito”, fino all’interruzione della cessione al partito della quota dei gettoni di presenza in Consiglio Grande e Generale.

Pedini Amati la motiva come una forma di protesta per il mancato rispetto del taglio degli stipendi dei dipendenti di partito, inclusi quelli di segretario e presidente. “Si era deliberato – spiega – che non superassero i 6mila euro mensili”, in modo anche da coprire i debiti del Ps, stimati in 140mila euro nel 2012, entro pochi anni. Ma a gennaio 2015 “gli stipendi risultano gli stessi.

Questo è solo l’inizio: la diffusione dei video sul presunto acquisto di voti da parte del segretario dimissionario e di due consiglieri e l’estromissione dall’iter congressuale sono stati i fattori che hanno scatenato la rottura. “Mi accusano di non rispettare il codice etico – manda a dire Federico Pedini Amati – perché inadempiente per i 200 euro mensili di gettone da versare al partito”. Ma “la campagna elettorale svolta nei video che tutti hanno visto – domanda – vi pare corretta secondo il nostro codice etico?”.

Infine, lo stesso Pedini Amati annuncia non solo che non sarà al congresso, ma di non aver potuto rinnovare l’iscrizione al Partito socialista. Santi spiega che la decisione di non andare all’assise congressuale è stata sofferta ma “da subito era evidente la volontà di farci fuori”, puntualizza. il primo sgambetto è stato il rifiuto di un centinaio di tessere di aderenti presentate dagli uomini di Liberamente “San Marino”: la motivazione che siano state consegnate pochi giorni in ritardo rispetto ai termini, il 31 dicembre scorso, secondo Santi e soci, non regge.

L’aver escluso rappresentanti della corrente dal comitato di segreteria e il rifiuto degli otto punti del documento, presentato in direzione il 9 febbraio scorso, sono stati poi la goccia che ha fatto traboccare il vaso. “Non andremo al congresso – ribadisce Casali – ma staremo alla finestra, vogliamo vedere chi avranno coraggio di rieleggere negli organismi del partito”.

Troina sottolinea infine come un fatto “grave” l’assenza dall’appunta- mento di marzo di un consigliere eletto nelle file del Ps. E conclude: “Non ci sentiamo di partecipare a un congresso che è una farsa”. San Marino Oggi