
(ANSA) – PARIGI, 14 SET – “Il Psg sostiene fermamente Neymar,
che ha riferito di essere stato vittima di offese razziste da un
giocatore avversario. Il club ricorda che non c’è posto per il
razzismo nella società, nel calcio o nelle nostre vite e
richiama tutti a prendere posizione contro queste
manifestazioni. Da 15 anni il Psg è impegnato con forza nella
lotta contro tutte le forme di discriminazione, assieme ai suoi
partner”. Con questa nota la società parigina vicecampione
d’Europa ‘scende in campo’ a sostegno del suo asso espulso ieri
per aver colpito un avversario, Alvaro Gonzalez del Marsiglia,
che lo aveva pesantemente insultato facendo riferimento al
colore della pelle, e poi coinvolto nelle roventi polemiche del
dopopartita.
“Il Psg conta sulla commissione disciplinare della Lfp,
affinché indaghi e faccia luce su questi fatti. Il club resta a
disposizione per collaborare alle indagini”.
A queste parole vanno aggiunte quelle di Neymar, che dopo il
comunicato del suo club si è sfogato via social, ammettendo le
proprie colpe, che potrebbero costargli fino a sette giornate di
squalifica, e chiedendo pari, se non maggiore, severità anche
nei confronti del collega che gli ha rivolto insulti razzisti.
“Accetterò la mia punizione – scrive Neymar – purché sia un
altro passo sul cammino del gioco pulito. Ma spero che anche
quel difensore (Alvaro n.d.r.) venga punito. Ieri mi sono
ribellato , e sono stato punito con il rosso, perché avevo
capito che chi avrebbe dovuto prendere provvedimenti non lo
avrebbe fatto”. “Nel nostro sport un certo tipo di aggressioni e
di parole fanno parte del gioco, e della competizione –
continua O Ney -. In campo mica puoi essere ‘affettuoso’. In
parte capisco quel ragazzo, ma non tollero i preconcetti e
l’intolleranza. Io sono negro, figlio di negro, e nipote e
bisnipote di negri. E sono orgoglioso di questo, e non mi vedo
diverso dagli altri. Ieri avrei voluto che l’arbitro e i suoi
assistenti si comportassero in modo imparziale. Avrei dovuto far
finta di niente? Non lo so, oggi a mente fredda dico di sì, ma i
miei compagni e io abbiamo chiesto aiuto all’arbitro e siamo
stati ignorati. Il razzismo esiste, ma dobbiamo dire basta. Non
se ne può più, basta”. (ANSA).
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