Putin fa la corte a San Marino: ”dateci prosciutto e parmigiano”. La Russia pressa e cerca di superare l’embargo italiano

putinSenza prosciutto e formaggio di cui i suoi cittadini sono ghiotti, la Russia cerca di aggirare l’embargo che l’attanaglia dopo la crisi con l’Ucraina facendo pressione su San Marino.
La stampa moscovita parla di un accordo tra le autorità sammarinesi e gli imprenditori russi per accrescere gli approvvigionamenti, ma il Titano smentisce categoricamente pur ammettendo che le esportazioni verso la Russia non si sono mai interrotte per una ragione molto precisa: San Marino non fa parte dell’Unione Europea.
«Non siamo tenuti a seguire le indicazioni circa le sanzioni alla Russia – afferma Luca Brandi, direttore Affari europei per il Dipartimento Esteri sammarinese – ma la Ue ci ha espressamente chiesto di non creare ‘distorsioni’. Cioè di non aumentare le quantità di prodotti che noi già esportiamo verso la Russia. In poche parole di non diventare noi il canale per favorire imprenditori stranieri. Ci siamo sempre attenuti alle indicazioni europee e continueremo a farlo».
San Marino, quindi, continuerà le esportazioni di prosciuti e formaggi prodotti e lavorati dentro i suoi confini «ma vigilando attentamente – dichiara il ministro all’Industria e commercio, Marco Arzilli –: chiunque tenti di aggirare l’embargo sarà pesantemente sanzionato».

Le voci di un accordo che potesse in qualche modo favorire le esportazioni verso il Paese di Putin ha agitato il governo sammarinese che sta lentamente avviando il suo cammino per entrare nell’Unione europea. Anche il ministro all’Agricoltura e alla Cooperazione Economica Internazionale, Antonella Mularoni, in questi giorni a Mosca per il Forum Economico Internazionale della Csi (la Comunità degli Stati indipendenti) ha voluto ribadire che «non c’è nessun accordo da firmare e nessuna intenzione di favorire le importazioni di carni e formaggi dell’Unione Europea. Non avendo aderito alle sanzioni europee San Marino, come del resto avviene per la Svizzera e altri Paesi, può esportare i suoi prodotti in Russia. Naturalmente a patto che siano rigorosamente made in San Marino».

Ma se il Titano riesce ancora a far arrivare formaggi e prosciutti in quel gigantesco mercato, cosa ben diversa è per i produttori del famoso Parmigiano Reggiano. «Le esportazioni sono ormai ferme da un paio di anni e chi ci ha guadagnato è certamente la Svizzera con i suoi formaggi. La Russia incideva per circa l’1 per cento sul nostro export totale, ma era un mercato molto promettente – dice Riccardo Deserti, direttore del Consorzio Parmigiano Reggiano –. L’auspicio è che le sanzioni vengano tolte al più presto». Il Resto del Carlino