Putin: «La mia pazienza è finita» Cacciati 755 diplomatici americani

La risposta di Mosca alle sanzioni approvate da Washington: «È venuto il momento di mostrare agli Stati Uniti che non lasceremo le loro azioni senza risposta»- Il Pentagono manda 2 bombardieri sulla penisola coreana

Donald Trump, via Twitter, dice di essere «molto deluso» dalla Cina, perché «non ha fatto assolutamente nulla» per fermare i test nucleari della Corea del Nord. Vladimir Putin, invece, dichiara di «aver esaurito la pazienza con gli Stati Uniti» e dà il via libera ufficiale all’espulsione di 755 diplomatici americani. In un’intervista alla tv di Stato Rossiya 1, il leader del Cremlino è netto: «Abbiamo aspettato per un po’ un miglioramento delle relazioni con gli Usa, ma considerando tutto, se qualcosa cambierà non sarà a breve». Il foglio di via ai funzionari americani è la reazione alla legge appena approvata dal Congresso di Washington: altre sanzioni a carico di Russia, Corea del Nord e Iran. Trump non l’ha ancora firmato ma ieri il suo vice, Mike Pence, ha assicurato che «lo farà».

 Azione e reazione

Lo stesso Vladimir Putin interpreta così la fase politica, che pare cancellare le aperture viste negli incontri con Trump, a margine del G20 di Amburgo, il 7 e 8 luglio: «È venuto il momento di mostrare agli Stati Uniti che non lasceremo le loro azioni senza risposta. Hanno assunto posizioni che peggiorano i nostri rapporti bilaterali e possiamo mettere in campo anche altre misure per rispondere».

 Il fronte asiatico

Il presidente americano, però, ieri si è dedicato all’altro fronte in surriscaldamento: Cina e Corea del Nord. Il regime di Kim Jong-un continua i lanci sperimentali di missili. Venerdì 28 luglio un razzo ha raggiunto l’altezza di 3 mila chilometri prima di inabissarsi al largo delle acque giapponesi. «Se avesse seguito una traiettoria più piatta, avrebbe potuto colpire obiettivi distanti tra i novemila e i diecimila chilometri (quindi la costa occidentale degli Stati Uniti, ndr)», si legge in un primo commento di Michael Elleman, esperto del centro studi più attendibile, il «38 North» di Washington. Lo stesso Elleman avverte: «La Corea del Nord farà certamente altri lanci per verificare l’affidabilità di questo missile che pare essere un Hwasong-14».

Bombardieri in volo

Il Pentagono ha ordinato a un paio di bombardieri di sorvolare la penisola coreana, mentre il comandante dell’aviazione nel Pacifico, Terence O’Shaughnessy, ha avvertito: «Siamo pronti a usare una forza schiacciante e letale, se necessario». Ieri, però, dal National Golf Club di Sterling, in Virginia, arrivava soprattutto la frustrazione di Trump: «Sono molto deluso dalla Cina. I nostri sciocchi leader del passato hanno consentito ai cinesi di incassare miliardi di dollari all’anno con gli scambi commerciali, eppure la Cina non fa nulla per noi con la Corea del Nord. Solo parole. Non consentiremo che vada avanti così a lungo. La Cina potrebbe facilmente risolvere il problema». Il Corriere della Sera