Dopo mesi di incertezze e tentativi diplomatici infruttuosi, si apre uno spiraglio che potrebbe segnare una svolta nel conflitto in Ucraina. Dalla Casa Bianca è arrivato il via libera a un possibile bilaterale tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky, da tenersi entro fine agosto. A confermarlo è stato lo stesso presidente russo, mentre l’omologo ucraino ha parlato di “un passo importante” compiuto a Washington.
Il vertice ospitato dal presidente americano Donald Trump con Zelensky e i leader europei ha fatto registrare, secondo il premier britannico Keir Starmer, “progressi veri e tangibili”. Anche la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ha parlato di “un momento che può segnare la svolta”, pur ribadendo che la pace dovrà poggiare su garanzie solide per Kiev.
La sede dei colloqui: Ginevra in pole position
Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha indicato la Svizzera come la cornice più adatta: «Ginevra ha una lunga tradizione di neutralità e può rappresentare la sede migliore per il bilaterale», ha spiegato da Berna. Roma era stata inizialmente presa in considerazione, ma la presenza della Corte penale internazionale avrebbe complicato la partecipazione di Putin.
L’Europa rivendica un ruolo
Il presidente francese Emmanuel Macron ha ribadito che i leader europei dovranno avere un posto al tavolo dei negoziati: «Si tratta del futuro della sicurezza del continente, l’Europa non può restarne spettatrice», ha dichiarato. Nel frattempo, il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa ha convocato per oggi una videoconferenza straordinaria con i 27, mentre domani si riunirà il Collegio dei commissari.
Le garanzie di sicurezza per Kiev
Tema centrale dei colloqui restano le garanzie di sicurezza all’Ucraina. Zelensky ha sottolineato che «sono la base per una pace reale», e ha annunciato che un’intesa formale potrebbe arrivare entro dieci giorni. Anche Starmer ha confermato che i lavori tecnici proseguiranno già nelle prossime ore con i team americani ed europei.
Il sostegno della Cina
Da Pechino, la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning ha ribadito che “il dialogo e la negoziazione sono l’unica via d’uscita dalla crisi”, confermando l’appoggio cinese a “ogni sforzo utile per la pace.