• Screenshot
  • Quando il populismo ci faceva schifo … di Sergio Pizzolante

    Quaranta anni fa quasi l’80 per cento degli italiani andò a votare al Referendum per il raffreddamento degli aumenti automatici della busta paga. 23 mila lire in meno circa della crescita futura.
    Il 54 per cento disse No, no all’abolizione del decreto Craxi che riduceva l’impatto della Scala Mobile sugli stipendi.
    Perché?
    Avevamo una inflazione vicina al 20 per cento.
    Chi aveva soldi comprava i BOT e i CCT e diventava ricco, chi lavorava diventava povero, meno 20 per cento all’anno sul potere d’acquisto del suo salario.
    Allora Craxi, Presidente del Consiglio, fece una cosa che era considerata rivoluzionaria allora(e impossibile oggi),una forte riduzione della Scala Mobile insieme al blocco delle tariffe amministrate( ferrovie, energia ect…)dallo Stato.
    Politica dei redditi si chiama.
    Obiettivo: eliminare l’automatismo della crescita di salari e prezzi, che produce inflazione. Una corsa all’impoverimento del potere d’acquisto degli stipendi.
    In poco più di un anno l’inflazione scese al 7 per cento. E poi ancora giù. Con la crescita del potere d’acquisto reale.
    Sembra facile.
    Ma per fare questo bisognava dire agli operai e agli impiegati che guadagnando 23 mila lire al mese in meno ci avrebbero guadagnato.
    Cgil e PCI e estrema sinistra e MSI si scatenarono contro.
    E i grandi giornali. Repubblica di Scalfari in testa. Craxi divenne un mostro.
    Confindustria si divise.
    Romiti( Fiat) e De Benedetti erano contro.
    Con i loro giornali.
    In una logica anti Craxi.
    Berlinguer impose il Referendum.
    E perse. PCI e MSI e Cgil e Fiat e Repubblica persero sonoramente.
    Persero nelle grandi fabbriche del nord.
    Dove gli operai capirono che guadagnando subito di meno, avrebbero guadagnato poi di più.
    Sembra facile.
    Immaginate adesso.
    Adesso che governano o comunque dominano maggioranza ed opposizione, gli eredi di PCI e MSI e Democrazia Proletaria e Repubblica e i giornali degli Agnelli e i Talk de sinistra, che avevano straperso allora.
    Immaginate. Nei tempi del populismo politico e sindacale e mediatico.
    Guardate il risultato del voto di allora.
    Votavano quasi l’80 per cento degli italiani.
    Il 55 per cento votava partiti che non ci sono più.
    Partiti e idee e storie e culture politiche: liberali, popolari, socialisti riformisti.
    Circa il 45 per cento votava partiti, che contenevano ogni tipo di populismo( che allora ci faceva schifo!), che invece, dietro altro nome, oggi dominano la scena.
    E che hanno radici nelle idee, nelle storie, nelle culture che hanno perso nella storia.
    Piu o meno è così.
    Perché allora così?
    Perché la democrazia era vera. Era demo-sapere, come diceva Giovanni Sartori.
    C’erano partiti veri e corpi intermedi forti.
    E le persone votavano sapendo.
    Non è un fenomeno solo italiano. Attenzione.
    Lo sappiamo. Afd in Germania prende il 25 per cento e Melanchon in Francia domina la sinistra.
    E poi c’è Trump.
    Ne parliamo ogni minuto.
    Ma questa foto della prima pagina di Repubblica è istruttiva. Per capire come siamo finiti dentro minoranze che dominano il tutto.
    Mah…
    Potrebbe essere un'immagine raffigurante ?telefono e ?il seguente testo "?SCOTCH WHISKY Anno 10- Numero 123- 600 la Repubblica DrgttoreEugenioSce Scelfari La Repubb Direttore 1613000 SCOTCH WHISKY gjegno 1985 marted Il 78% degli italiani alle urne, dieci milioni elettori non sono andati a votare Ha vinto il fronte del No 54,3% col pentapartito, il 45,7 con Pai-Dp-Msi Confindustria disdice la scala mobile ???N M ?????????? ???? Rome Ma P'altra Italia... Testa-testa nel Centro, @FUGENOSCALPAR Voranti % Sud e nelle Isole Si % Totale 78,0 No 15.453982 ana Nord 45,7 81.9 18.398.111 rang 6.905.472 409 Centro 82,8 9994.257 59,1 3.589.470 Sud 51,1 66,5 3.430.085 48.9 3.350.417 499 3.359.104 50,1?"??
    Tutte le reazioni:

    249