Penso che chiunque attacchi un nazista o sedicente tale, meriti una medaglia, ma mi guardo bene dal dirlo, in quanto farsi giustizia da soli è certamente sbagliato e rischia di metterci sullo stesso piano di chi lecitamente vogliamo combattere. Tanto più che ci sono leggi e tribunali ai quali rivolgersi per fare valere le proprie ragioni.
Ecco appunto, leggi e tribunali. Ho sempre sostenuto che le Istituzioni vanno rispettate, così come le sentenze. Giusto, anzi doveroso, criticare – nei modi corretti – e in caso non si sia soddisfatti, bisogna impugnare quegli atti.
Funziona così in democrazia. E’ chiaro che a monte deve essere riconosciuta una inequivocabile credibilità ai giudici, così come al sistema giudiziario.
Senza contare come gli errori, purtroppo, possano comunque accadere anche nei sistemi più virtuosi.
Si prenda a drammatico esempio il recentissimo caso, in Italia, di Beniamino Zuncheddu. Dopo una condanna ingiusta, è finalmente un uomo libero. Nel processo di revisione la Corte d’Appello penale di Roma ha stabilito, con la sentenza del 26 gennaio 2024, che l’ex pastore sardo non ha commesso la strage di Sinnai dell’8 gennaio 1991, per la quale era stato condannato all’ergastolo. I giudici della Corte di Appello, dopo la sentenza d’assoluzione, hanno anche disposto l’invio degli atti relativi a tre presunte false testimonianze alla procura. Tra queste, quella dell’allora poliziotto che svolse le indagini e che mostrò a uno dei testimoni, suggerendone la conferma del riconoscimento, una foto di Beniamino Zuncheddu. Sono convinto che dopo avere passato ben 33 anni in carcere da innocente, sia davvero difficile, se non impossibile, avere ancora fiducia nella giustizia.
Ad ulteriore garanzia dei cittadini, mi piace ricordarlo, c’è la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, alla quale ci si può rivolgere in caso di gravi mancanze da parte dei tribunali interni.
La stessa Repubblica di San Marino è oggi pienamente orientata verso l’Europa, non solo per il processo di associazione, ormai alle battute finali, ma anche soprattutto a livello giudiziario, grazie all’ottimo lavoro svolto dal dottor Canzio e dal Segretario Ugolini, con quest’ultimo che ha determinato una decisa spinta verso il garantismo attraverso le “Disposizioni per implementare le garanzie e l’efficienza del processo penale”, un articolato entrato in vigore circa un anno fa, e che contiene al suo interno disposizioni a tutela dall’indagato/imputato, così come diverse novità fra cui il patteggiamento e il terzo grado di giudizio, tanto per citarne un paio.
La stessa Marija Pejcinovic Buric, Segretaria generale del Consiglio d’Europa, in una esclusiva intervista rilasciata al sottoscritto, ha avuto modo di dichiarare: “Rispettare le disposizioni della Corte europea dei diritti dell’uomo non è solo importante, è un obbligo legale e tutti gli Stati membri devono eseguire le sentenze definitive della Corte, senza eccezioni”.
Una lunghissima premessa per arrivare al cuore dell’editoriale odierno.
Spesso ci lamentiamo della lesione dei diritti umani in Russia o magari in Cina. Giusto, anzi giustissimo, direi imperativo.
Salvo poi, purtroppo, renderci conto che anche nella civilissima Europa c’è ben poco da stare allegri.
Non riesco ad esprimere a parole la rabbia, il disgusto e anche la vergogna provata in qualità di fiero cittadino europeo, nel vedere l’italiana Ilaria Salis in carcere a Budapest perché accusata di aver aggredito due estremisti di destra, mostrata a processo in catene.
Al di là del merito dell’accusa, nel quale preferisco non entrare, assistere ad una barbarie simile – un essere umano trattato alla stregua di una bestia – è completamente inaccettabile.
Lo dico con il più grande rispetto per l’autorità giudiziaria di un altro Paese, l’Ungheria.
Chiedo tuttavia lo stesso rispetto: in Europa, in una Europa che si è liberata a suon di lutti e sofferenza del cancro nazifascista, non ci può essere spazio per una tale abnormità che va a ledere non solo i più elementari diritti, ma persino la dignità.
Sento parlare tanto, sin troppo, i politici, quando invece sotto accusa è un potere, quello giudiziario, assolutamente indipendente e che come tale non dovrebbe subire ingerenza alcuna dalla politica.
Mi appello allora proprio alla Cedu, ai giudici europei, affinché riportino al più presto all’interno dei confini della legalità e della decenza ciò che è ignobile e intollerabile.
Condivido, indegnamente, il medesimo giorno di nascita con l’ormai defunto ex procuratore generale statunitense, Thomas Campbell Clark. Egli ebbe modo di affermare: “Un diritto non è ciò che ti viene dato da qualcuno; è ciò che nessuno può toglierti”.
David Oddone
(La Serenissima)