Quel che resta della visita di Mattarella (L’editoriale di David Oddone)

Cuore della storica visita sul Monte Titano del Presidente Mattarella è il passaggio sull’Unione Europea, che riporto immediatamente qui di seguito: “Un progetto, quello di integrazione europea, che appare oggi ancor più indispensabile a fronte di sfide globali – che i singoli Paesi da soli non sono in grado di affrontare – sino al drammatico ritorno della guerra in Europa, con la barbara aggressione della Federazione Russa all’Ucraina. Proprio in questi giorni, San Marino è impegnata nelle fasi decisive del negoziato con l’Unione Europea per un Accordo di Associazione che le assicuri l’accesso ai benefici di una integrazione con le regole dell’Unione Europea. Un negoziato che richiederà certo scelte lucide e coraggiose. Un’occasione storica sia per l’Unione sia per la Vostra Repubblica. L’Italia è al Vostro fianco in questo processo, nella convinzione che San Marino sia parte significativa della grande famiglia europea. Auspico, quindi, che il negoziato possa avere rapidamente successo”.

Parole chiare, che non necessitano di spiegazioni aggiuntive e non lasciano spazio a dubbi o fraintendimenti.

L’Italia attende che il processo di associazione volga al più presto al termine.

I motivi di tale interesse sono molteplici, ma sicuramente una più solida integrazione del Titano nella comunità europea, rappresenta per i nostri vicini una ulteriore garanzia di rispetto delle “regole” – per citare Mattarella – e minori distorsioni.

L’Italia inoltre potrebbe approfittare delle peculiarità del Titano, senza incorrere in problemi con la stessa Ue.

Ma al di là di sofismi e letture varie, il dato politico rilevante è che non ci si può più tirare indietro.

Un assist importante per il Segretario agli Esteri Beccari, che da queste pagine ho invitato ad assumersi le proprie responsabilità e tirare dritto sull’accordo di associazione, accantonando e bloccando immediatamente ogni idea e ipotesi di referendum.

Una consultazione che sarebbe sin troppo facilmente cavalcabile politicamente e che rischierebbe di tramutarsi in una sorta di sondaggio di popolarità sul governo, piuttosto che valutare i pro o i contro di una decisione comunque epocale per l’Antica Repubblica.

Il contraltare ad una possibile “accelerazione unilaterale”, dovrebbe tuttavia essere una maggiore trasparenza sui punti dell’accordo, ancora sostanzialmente fumoso nei temi che stanno più a cuore ai sammarinesi, i quali andrebbero invece rassicurati.

Come del resto sarebbe il caso di cominciare a parlare – scuserete la “venalità” del ragionamento – di che cosa ne verrà in tasca ai cittadini, così come agli imprenditori e a tutti gli altri stakeholder.

Di certo per sostenere e appoggiare il percorso, ormai arrivato alla sua fase finale, ma soprattutto i primi mesi di ingresso nell’Unione Europea, servirà una politica molto determinata e coesa.

Mi viene allora immediatamente in mente l’intervista che mi ha rilasciato qualche giorno fa il Segretario Generale della Csdl, Enzo Merlini, il quale senza tanti fronzoli ha rievocato un governo di unità nazionale.

Non so se questa sia la strada da percorrere: sono però convinto che i partiti più grandi dell’attuale scacchiere dovrebbero unire le forze e lavorare assieme per realizzare finalmente quelle riforme mai attuate e non più rinviabili.

Essenziale diventa poi una forte convergenza sul percorso europeo e il suo futuro sviluppo, al fine di meglio cogliere le opportunità di crescita economica.

Il rischio infatti, in caso di fallimento nel formare la prossima maggioranza e governo, è quello di prestare il fianco ai populismi e sovranismi, che rappresentano il più grosso pericolo per la democrazia.

Che cosa ci resta della lunga ma appagante giornata? La certezza che nonostante l’Europa incomba, sempre da Roma si dovrà passare, nella consapevolezza che rispetto al passato oggi si percepisce una reale vicinanza, non solo geografica, fra Titano e Italia. Per parafrasare il Presidente Mattarella, “a conferirle forza sono le fondamenta, solide e antiche, della nostra amicizia, e di cui questa visita vuole essere segno”.

Avendo toccato con mano, chiudo complimentandomi con l’organizzazione, dal cerimoniale al servizio di sicurezza. Abbiamo fatto, come si dice in questi casi, un figurone.

 

David Oddone

(La Serenissima)

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