Questo sarà il governo della rinascita per San Marino? Sì, ma solo se si porrà un programma di riforma e sviluppo da attuare nei prossimi sei anni … di Enrico Lazzari

Dal prossimo 20 giugno San Marino avrà, di nuovo -più di prima- un governo vero e nel pieno della sua operatività. Pur con la prudenza determinata da un’ultima riserva sull’interpretazione della pastrocchiata e lacunosa legge elettorale, il prossimo 20 giugno il Consiglio Grande e Generale nominerà, con maggioranza semplice -come disposto dalle norme regolanti il Congresso di Stato- Gian Nicola Berti al vertice della Segreteria di Stato agli Affari Interni e, su indicazione della Democrazia Cristiana, un nuovo segretario di stato alla Sanità riportando le deleghe ad essere distribuite su 10 ministri.

Infatti, più passa il tempo, più sembra prevalere l’interpretazione data dalla maggioranza “entrante” sulle disposizioni della Legge elettorale. Semplificando all’estremo per rendere comprensibile a tutti gli aspetti tecnico-giuridici, che anche i costituzionalisti fanno oggi fatica a districare vista la pessima normativa modificata nel 2019, potremmo già concludere che non essendo formalmente caduto il governo con una mozione di sfiducia, il governo non deve sottoporsi all’iter dell’insediamento. E ciò esautora il ruolo della legge elettorale lasciando al solo regolamento del Congresso di Stato le disposizioni normative da seguire.

Fra un paio di settimane, quindi, la tempesta politica scatenata da Rete sarà archiviata, al pari, probabilmente, degli incarichi di tutti quei dirigenti di nomina politica indicati dal Movimento al vertice dei vari enti pubblici o pubblico-privati. Si prospettano, quindi, importanti dimissioni e nuove nomine, non solo nelle commissioni per riequilibrare i rapporti di forza fra maggioranza e opposizione… Del resto, qualcuno terrebbe alla guida di una propria azienda il “fratello” del suo ex socio, oggi titolare di una azienda concorrente? No, nessuno lo farebbe.

Anche questo passaggio -le dimissioni di cui sopra- è necessario per dare forza e autorevolezza al nuovo governo, permettendogli di agire con obiettivi ben più nobili della gestione della normale amministrazione in attesa delle elezioni politiche. San Marino, del resto, non può permettersi un ulteriore anno di immobilismo progettuale: ne va del suo futuro e del benessere dei cittadini.

Un vecchio adagio ricorda che “non tutti i mali vengono per nuocere…”. E, vista la presa di posizione netta dei giorni scorsi -ritenendo inutile farlo con la Csdl, che appare più interessata alle dinamiche politiche che non ai suoi fini statutari- vorrei ricordarlo, oggi, a Neni Rossini, presidente Anis, secondo la quale “in un momento così delicato dell’economia e in generale del paese servivano buon senso e responsabilità” e non azioni “senza senso logico.” “Non si doveva arrivare a questo punto”, concluse (leggi qui).

Essere arrivati “a questo punto”, invece, potrebbe rivelarsi l’evoluzione necessaria per ridare al Paese e alla sua economia un governo che, finalmente, torni a governare! Personalmente, con sulle spalle l’esperienza datami dall’attenzione che -per lavoro- riservai alla politica sammarinese, alle sue dinamiche per un ventennio, la crisi appena sperata non ha indebolito esecutivo e maggioranza, ma l’ha fortemente rafforzata, permettendole di superare in un sol colpo quella distruttiva conflittualità interna che i rituali vertici di maggioranza riuscivano al massimo a nascondere agli occhi degli osservatori meno attenti.

Un governo che non governa, un governo che porta in Aula progetti e e riforme per poi ritirarle prima del voto, un governo che non fa nulla perchè ogni suo progetto rischia di inasprire la conflittualità interna… Un governo che si ritrova impossibilitato ad agire perchè ogni azione potrebbe determinare la crisi politica non è una risorsa né per un Paese né per la sua economia. L’esecutivo “uscente”, da ormai un anno, non era più in grado di mettere in campo nessuna azione e nessuna progettualità… Il governo “uscente” era, ormai, una pesante palla al piede per San Marino e per la sua economia.

Oggi i numeri parlamentari sono più risicati, ma ampiamente sufficienti a governare seriamente nella persecuzione di un obiettivo, nobile e comune. Ho visto tanti governi fare cose egregie con una maggioranza risicata. La loro forza non erano i numeri ma la coesione, che oggi -nel contesto sammarinese politico ed economico- è imposta a tutti i partiti e partitini di maggioranza. Imposta anche nel perseguimento dei meno nobili interessi di bottega.

Democrazia Cristiana, Psd-Md con relativa Aggregazione Socialista che oggi rappresentano in Consiglio, Alleanza Riformista e Motus Liberi -al pari del Paese che punta su questo governo il suo futuro- si giocano il successo elettorale. Sì, perchè se è vero che San Marino non può permettersi un anno di “amministrazione limitata”, ogni forza politica sa che fra un anno -magari dopo aver colmato le gravi lacune dell’attuale legge elettorale- dovrà presentarsi al voto dei cittadini all’interno di una coalizione credibile, “Partitone” compreso, magari capace di affermarsi senza pateracchi e compromessi successivi al voto.

Questo governo, questa maggioranza sia quindi lungimirante, se non per gli interessi del Paese per gli interessi di bottega: il Paese ne beneficerà fortemente, poi, di conseguenza. Il 20 giugno diventi l’inizio di un lungo cammino ad ampio respiro, di una azione globale di riforme finalizzate allo sviluppo economico e al conseguente innalzamento del benessere per l’intera comunità. Da oggi la nuova maggioranza sfrutti la ritrovata coesione per predisporre un “programma” di governo ambizioso e globale, da attuare in questo anno che ci separa dalle elezioni politiche e nei successivi cinque.

La nuova maggioranza definisca oggi il percorso, il cammino delle diverse tappe che nei prossimi sei anni dovranno portare il Titano ad acquisire, in armonia con l’Unione Europea, un suo ruolo nell’economia globalizzata e i cittadini a ritrovare quel benessere ormai perduto.

L’inesperienza di Rete, cari democristiani, cari socialisti e cari giovani di Domani, vi ha servito su un piatto d’argento un’opportunità fino a ieri impensabile. Un’opportunità per il vostro successo politico e un’opportunità perchè il Paese possa ritrovare -finalmente, dopo un decennio devastante- un governo stabile e coeso che sappia guidarlo nelle decisive sfide che lo attendono. Non si getti al vento anche questa volta l’opportunità che si presenta: questo governo nato per caso -e grazie all’inesperienza politica di Rete-, questa maggioranza e la prospettiva di poter predisporre un piano di sviluppo a lungo termine (almeno sei anni) è “caduta dal cielo”, ma è l’ultima speranza per l’autonomia futura della Repubblica di San Marino e il benessere della sua comunità. Ed è l’ultimo muro capace di bloccare l’affermazione di uno sterile populismo che -come tutti ormai hanno potuto appurare- quando arriva nella stanza dei bottoni è in grado di paralizzare e distruggere un anche solido paese.

Enrico Lazzari

Enrico Lazzari