“Qui non si può lavorare, ce ne andiamo”. Gli organizzatori del Green Love: ”Ci hanno trattato come malintenzionati”

cartolina_fr_green_loveSponsor spariti, segreterie (non tutte) latitanti e forze dell’ordine ostili: “Forse l’unica cosa che si meritano le nostre autorità sono le feste con il liscio e il valzer” .

Mentre politica e commercianti di Città litigano quotidianamente sull’utilità o meno degli investimenti statali a cinque zeri per gli eventi in centro, una realtà capace di attirare migliaia di turisti si appresta a lasciare la Repubblica e cercare fortuna nel circondario. Si tratta del Green Love Summer Festival la cui seconda edizione si è conclusa pochi giorni fa all’interno del parco Laiala a Serravalle.

L’evento è organizzato dall’associazione Green Love Project che è composta in buona parte da ragazzi sammarinesi o residenti.

Il Titano sotto nuova luce
“Fin dall’inizio il nostro intento – raccontano gli organizzatori – è stato quello di fare qualcosa di bello e innovativo a SanMarino”.L’idea, o “il sogno” come lo definiscono i ragazzi, è nato pochi anni fa da un gruppo di giovani e consisteva, allora come oggi, nella creazione di un festival “unico sul territorio locale, mettendo assieme musica, divertimento e incontro, il tutto guidati dai sentimenti comuni di armonia con la natura e rispetto per l’ambiente. Volevamo proporre San Marino sotto un altra luce. Il nostro Paese non è solo le banche e il centro storico”.

Le sfide della prima edizione
“Abbiamo lottato all’interno dello staff – spiegano – per fare questo evento a San Marino quando i nostri colleghi italiani ci dicevano che non sarebbe andata bene. Ma noi non ci abbiamo voluto credere e siamo andati avanti per dimostrare a tutti che si sbagliavano e che i tempi per organizzare qualcosa di originale sul Titano erano maturi”.

Così nel 2013 il “sogno” è diventato realtà: il Green Love, grazie anche all’aiuto di decine di volontari, di alcune segreterie e qualche sponsor, va molto bene portando migliaia di persone in una zona poco conosciuta ma bella del nostro Paese.

“Ci hanno lasciato soli” Forti del successo gli organizzatori quest’anno hanno cercato di puntare più in alto. “Abbiamo iniziato a lavorare alla seconda edizione molti mesi fa – raccontano ancora – togliendo tempo e risorse alle nostre vi- te private, dato che l’associazione è senza scopo di lucro. Ci aspettavamo di essere accompagnati dalle istituzioni e dalle aziende. Invece, a parte qualche eccezione, ci hanno lasciato soli”. A partire dalla segretaria al Territorio “che non ha concesso il patrocino all’evento seppure non costi nulla e nonostante volessimo far riscoprire il territorio sammarinese”.

Ma non è solo un problema di istituzioni. Quest’anno infatti anche alcuni sponsor privati hanno fatto un passo indietro. A partire proprio da quelle aziende che si occupano dei temi ecologici. “Ci aspettavamo più sostegno anche da parte loro”, commentano amareggiati.

I permessi negati

Ma la cosa che ha lasciato maggiormente l’amaro in bocca ai ragazzi del Green Love è l’atteggiamento riservatogli dalle forze dell’ordine. “È un anno che lavoravamo al progetto – raccontano – con l’intenzione di internazionalizzarlo. Abbiamo contattato ad esempio Angelo Consoli ma non solo. Il tutto sempre esclusivamente con le nostre forze, ritagliando il tempo necessario dagli impegni di tutti i giorni”. Poi, a un mese dall’evento, la doccia fredda. Le forze dell’ordine chiamano i ragazzi e li informano del parere negativo allo svolgimento del festival. “Hanno deciso senza neppure leggere il programma – raccontano – e infatti quando glielo abbiamo sottoposto hanno capito che non si trattava di un rave party ma che il progetto era molto più grande, articolato e con obiettivi culturali. Certo, c’era anche la parte ludica, ma si trattava di un contorno. Non era quello l’aspetto principale”. Originariamente infatti il programma era sviluppato su tre giorni nei quali erano previste due serate con la musica da discoteca all’interno della galleria del Parco Laiala, dove si era svolta anche l’anno scorso. Inoltre era prevista anche una zona campeggio organizzata su di un terreno privato poco distante.

Un danno da migliaia di euro
Una volta visionato il progetto le autorità hanno quindi dato l’ok allo svolgimento dell’evento ma hanno negato l’autorizzazione allo svolgi- mento di una delle due serate previste nella gallerie per “problemi di ordine pubblico”. Inoltre hanno dato parere negativo anche all’area tenda. “Avevamo previsto questa zona – spiegano – da una parte per ospitare i visitatori che avrebbero potuto sostare tranquillamente anche per tutto il weekend ma soprattutto per agevolare gli addetti ai lavori che venivano anche da molto lontano”.

La giustificazione delle forze dell’ordine è stata che mancava la licenza necessaria. “Con un solo mese di tempo era impossibile ottenere anche una licenza temporanea”. Per quanto riguarda la festa cancellata gli organizzatori sottolineano come la mancata autorizzazione si sia tradotta in un danno economico rilevante, dato che le serate “erano fonti molto importanti di incasso. Quindi eliminandone una ci hanno fatto perdere almeno 1.500 euro, una somma importante rispetto al budget totale”.

Rivoluzione all’ultimo minuto. “Lavori un anno per concepire il festival in una maniera – raccontano sconsolati gli organizzatori – hai pubblicato le locandine, gli eventi su Facebook e hai iniziato il passa parola. E all’ultimo minuto devi reinventare il programma. Sarebbe bastato fare questi rilievi con 6 mesi di anticipo”. A questo punto gli organizzatori non si perdono d’animo e cercano l’appoggio delle istituzioni che fino a quel momento li avevano sostenuti.

“Siamo andati a parlare con la segreteria al Turismo e con il responsabile delle politiche giovanili che si sono attivati per cercare di far cambiare idea alle forze dell’ordine. Questo ha consentito di allungare di un’ora l’evento del sabato sera, dalle 3 alle 4”. Ma non è bastato a ridimensionare il danno.

“Noi abbiamo proposto un evento a 360 gradi – continuano – mentre le forze dell’ordine ci hanno trattato come malintenzionati il cui unico fine era il divertimento e lo sballo. Qualsiasi festival prevede una parte più festaiola. Se questo è un problema ci chiediamo: perché Rimini riesce a fare eventi da centinaia di migliaia di presenze che San Marino può solo invidiare?”

San Marino goodbye

L’amarezza è tanta. “Nonostante gli sforzi – spiegano ancora- e la grandissima volontà da parte dei ragazzi sammarinesi, che spesso vengono etichettati come nullafacenti e viziati, ci siamo resi conto che qui non esiste terreno fertile per proporre cose del genere. Non ci sono i presupposti. Con questo tipo di eventi un comune piccolo come Pennabilli è diventato famoso in mezza Europa. Forse l’unica co-sa che si meritano le nostre autorità sono le feste con il liscio e il valzer”. Gli organizzatori del Green Love assicurano che il progetto non cesserà, “però siamo costretti a valutare altre alternative all’esterno nonostante la nostra volontà fosse di portarlo avanti a San Marino. Ringraziamo a chi ha creduto e crede nel progetto, però dobbiamo guardare all’estero perché qua non c’è rispetto del lavoro”.

Davide Giardi, La Tribuna