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  • Rai, Benigni querela «Report». La replica: «Mai detto di soldi pubblici». Freccero: ”Mi fa tristezza!”

    «Notizie false e diffamatorie» nella puntata di lunedì dove si è parlato di finanziamenti pubblici ottenuti dall’attore. Il curatore Ranucci: «Abbiamo solo raccontato che Cinecittà Studios ha “rilevato´i 5 milioni investiti da Benigni nella società, pagandoli 3,9 milioni»

    Si apre un nuovo fronte contro «Report», con la querela di Roberto Benigni e della moglie Nicoletta Braschi contro il programma, che lunedì ha proposto un’inchiesta sui finanziamenti allo spettacolo. In una nota, l’avvocato Michele Gentiloni Silveri comunica di «aver ricevuto mandato di sporgere querela presso la Procura della Repubblica di Roma nei confronti dei dottori Giorgio Mottola e Sigfrido Ranucci, nonché di chiunque altro abbia con loro concorso o cooperato, in relazione alle notizie false e gravemente diffamatorie diffuse nel corso della puntata del 17 aprile 2017 della trasmissione “Report”».

    Che cosa si contesta

    Nell’inchiesta, «Report» ha raccontato la vicenda degli studi di Papigno, in Umbria, dove Benigni ha girato «La vita è bella» e «Pinocchio». Un polo cinematografico che – secondo il programma di Rai3 – avrebbe goduto di 16 milioni di euro di finanziamenti pubblici. «Quello che contestiamo – spiegano i legali del Premio Oscar – è che l’operazione imprenditoriale si sia basata su fondi pubblici e che Benigni sia poi “scappato” per non sopportarne i costi. In realtà non è vero che l’operazione ha goduto di finanziamenti pubblici, perché la ristrutturazione è stata fatta a spese di Benigni. E non è vero che il nostro cliente è scappato di fronte al mancato rilancio di Papigno, quando poi gli studi sono stati rilevati da Cinecittà Studios, società di Luigi Abete, Aurelio De Laurentiis e Andrea Della Valle. La ristrutturazione è costata 7,4 milioni a carico di Benigni; Cinecittà Studios ha “comprato” 5 milioni di credito; Benigni deve ancora riscuotere 1,1 milioni. Dunque ci ha rimesso. Lo stesso Benigni ha detto ai microfoni di “Report” “non si sa quanti soldi ci ho perso”».

    Ranucci: «Denaro servito per contesto dell’operazione Papigno»

    «Non abbiamo mai detto che Benigni ha usufruito di finanziamenti pubblici per ristrutturare gli studi di Papigno. I 10 milioni di fondi pubblici, citati dal sindaco di Terni, sono serviti per bonificare e sistemare il contesto intorno all’operazione». A precisarlo è Sigfrido Ranucci, curatore di «Report», interpellato dopo l’annuncio di querela da parte dei legali del premio Oscar. Il programma, continua Ranucci, «ha dato conto del fatto che Cinecittà Studios ha di fatto “rilevato” i 5 milioni investiti da Benigni nella società, pur pagandone solo 3,9, come ha precisato una nota del legale di Benigni che abbiamo letto. Abbiamo poi sostenuto che quel debito rischiamo di pagarlo noi, se dovesse andare in porto la trattativa per riportare Cinecittà sotto l’egida dello Stato».

    M5S: «Benigni ha gettato la maschera»

    «La Casta, politica e non, vorrebbe chiudere “Report”. Da settimane la trasmissione d’inchiesta della Rai è sotto attacco dei tanti che difendono la libertà di stampa solo quando non tocca i loro interessi e di coloro che vorrebbero un’informazione succube del governo e della maggioranza». Lo affermano i parlamentari M5S della Commissione di Vigilanza Rai. «L’ultimo a minacciare “Report “- proseguono – è Roberto Benigni, che prima ha diffidato “Report” dalla messa in onda del servizio, poi li ha querelati. Così facendo Benigni, il finto difensore della nostra Costituzione, ha gettato la maschera e ha dimostrato cosa gli sta a cuore davvero. Non la Costituzione, già abbondantemente tradita in occasione del referendum del 4 dicembre, né la libertà di stampa a favore della quale solo pochi anni fa firmava appelli, evidentemente sono valori da difendere solo quando non lo toccano da vicino. La nostra solidarietà va ai giornalisti Giorgio Mottola e Sigfrido Ranucci, che hanno sempre svolto egregiamente il loro lavoro» concludono. Corriere.it


    “Mi fa tristezza. Il Benigni di prima, quando non era renziano una volta non lo avrebbe fatto. Purtroppo e’ diventato cosi’, ed e’ molto triste”. Cosi’ Carlo Freccero, consigliere di amministrazione Rai, a La Zanzara su Radio 24, sulla querela di Roberto Benigni a ‘report’. Dire.it