E se anziché l’Unione Europea il partner prioritario della Repubblica di San Marino fosse la Russia? O la Cina… Oppure, ma sarebbe molto più difficile, gli Usa.
Sta di fatto che, oggi come oggi, dopo che neppure la Svizzera -che ha un potere contrattuale più forte di quello che può avere il piccolo Stato del Titano- è riuscita a strappare un accordo “sostenibile”, appare improbabile, se non categoricamente impossibile, ipotizzare che il governo del Titano possa riuscire dove Berna ha fallito.
Ogni ipotesi di intesa che potrebbe scaturire dalla trattativa in corso, vien da pensare, sarebbe estremamente “castrante” per la Repubblica. Per la sua autonomia e per la sua economia.
Ovviamente, siamo nel campo del ragionamento logico, visto l’inviolabile riserbo che domina il confronto fra il “Davide” sammarinese e il “Golia” di Bruxelles.
E’ altrettanto inverosimile, però, che San Marino possa, da solo, scontrarsi con l’Europa intera. E, al tempo stesso, non immaginabile una piena e totale adesione all’Ue. Il piccolo Stato biancazzurro, del resto, non ha materie prime, non ha grandi industrie ed è tutt’altro che una importante piazza finanziaria…
Già l’azione condotta anni addietro da certi “kapò” sammarinesi, uniti all’incontenibile pressione internazionale, ha cancellato i tre capisaldi che hanno garantito nei decenni precedenti quel benessere diffuso invidiato oltre confine. Tramontati il segreto bancario e l’anonimato societario, ridimensionato pesantemente il differenziale fiscale (se non altro sul fronte delle imposte e degli oneri esterni applicati al varco del confine di Stato), non è rimasto nulla. Neppure il turismo, le cui sorti oggi -come il Covid ci ha insegnato- sono ostaggio dall’umore e delle politiche italiane.
Come si potrebbe sostenere, quindi, il Titano all’interno di una Ue economicamente masochista, che non esita a distruggere il pil di alcuni suoi stati membri pur di assecondare i “capricci” statunitensi? Ieri è toccato alla Russia. Domani toccherà alla Cina? Può l’economia biancazzurra crescere con due così importanti mercati in meno? No… E tanto basta per spegnere ogni entusiasmo di chi -ormai più per questioni politiche o per “partito preso” che per razionalità- continua a sognare la bandiera blu stellata che sventoli sul Titano…
L’obiettivo primario, allo stato attuale delle cose (anche alla luce di una classe dirigente che in politica estera, senza voler togliere nulla all’attuale Segretario di Stato, non ha l’autorevolezza e le coperture internazionali che il Titano aveva decenni addietro) dovrebbe essere il buon fine di un accordo dignitoso con l’Ue, le cui sorti, però, dipendono dal potere contrattuale che San Marino può presentare al tavolo della trattativa. Un potere contrattuale che oggi è quantificabile in cifre successive ad una virgola.
Un governo lungimirante, quindi, agirebbe -anzi avrebbe agito già da tempo- in tal senso, nella ricerca cioè di una almeno verosimile alternativa, magari con la Russia (che è già un importante mercato dopo l’embargo europeo) o con la Cina, alla partnership prioritaria con Italia e Ue. Una alternativa da sbattere sul Tavolo del confronto, che solo in tal modo potrebbe diventare tale.
Enrico Lazzari