PAREGGIO di bilancio per i Comuni che però avranno 700 milioni di spazi finanziari in più, super-Tasi sulle seconde case congelata e canone Rai in un’unica rata. Tasse ed enti locali sono il fronte caldo della tormentata Legge di Stabilità giunta, infine, sul Colle più alto. Una manovra che per i Comuni segna «la fine della vessazione»: per la prima volta (al netto di sorprese dell’ultimo secondo) niente tagli dopo 16 miliardi di sacrifici inanellati negli ultimi cinque anni.
Muore il famigerato patto di stabilità interno ma, dal prossimo anno, dovranno rispettare il pareggio di bilancio come previsto dalla legge 243 del 2012 (che lo ha inserito in Costituzione) e che per lo Stato centrale scatterà solo dal 2017. In soldoni, significa circa 700 milioni di spazi finanziari aggiuntivi per i Comuni con avanzi di bilancio. Bicchiere mezzo pieno, però. «La funzione che esprimeva il patto di stabilità ora lo garantisce il pareggio di bilancio: dunque, non è un regalo», spiega Guido Castelli (delegato Anci alla finanza locale). Che aggiunge: «I Comuni che hanno mantenuto avanzi sono molto pochi dopo la cura dimagrante degli ultimi anni, oltre la metà avrà difficoltà a rispettare il pareggio di bilancio».
LA CERTIFICAZIONE dei risultati conseguiti va inviata telematicamente al Tesoro entro il 31 marzo successivo all’anno di riferimento, pena il blocco dei trasferimenti di fondi dal Ministero dell’Interno. E, per gli enti locali inadempienti (Comuni e Regioni), scattano le sanzioni: riduzione del fondo di solidarietà comunale in misura pari al ‘rosso’ registrato (mentre le Regioni dovranno versare allo Stato una somma pari allo scostamento), stop alle assunzioni di personale e all’indebitamento per finanziare investimenti, scure sui compensi. L’indennità di funzione e i gettoni di presenza di presidente, sindaco e giunta saranno ridotti del 30% rispetto a quanto percepito alla data del 30 giugno 2014. «Un sistema sanzionatorio da Stato dirigista e paternalista verso la periferia», denuncia Castelli. Escluse dal saldo di riferimento per il raggiungimento del pareggio di bilancio le spese per investimenti in edilizia scolastica, con un tetto di 500 milioni di euro e, comunque, solo se l’Europa ci concederà la flessibilità per la clausola migranti. Fermo restando l’obiettivo del pareggio a livello regionale, i governatori potranno rimodulare gli obiettivi dei singoli enti.
E SONO PROPRIO le Regioni a essere sul piede di guerra. In primo luogo, perché il blocco di un anno dell’aumento delle tasse locali implica che quelle in deficit sanitario (esentate dalla moratoria) si trovino costrette ad aumentare addizionali o ticket. E poi, perché i tagli restano consistenti: circa 900 milioni il prossimo anno (rispetto ai 2,2 miliardi ereditati dalle precedenti manovre), 4 miliardi nel 2017 ed oltre 5,4 nel 2018 e nel 2019. Inoltre,
dulcis in fundo, quelle che entro gennaio 2016 non avranno riassorbito i dipendenti in esubero nelle Province in via di sparizione (legge Delrio), saranno commissariate.
L’ultima bozza della Stabilità specifica anche che, nello stop sulle tasse locali, rientra la ‘super Tasi’ sulle seconde case: l’addizionale dello 0,8 per mille potrà essere imposta solo nei Comuni che l’hanno già deliberata quest’anno. Infine, novità sul canone Rai: si pagherà tutto insieme con la prima bolletta dell’anno. Chi ha l’addebito in conto corrente, si vedrà automaticamente esteso il pagamento all’abbonamento televisivo, fatta salva la possibilità di revoca dell’autorizzazione nel suo complesso. Niente più multe maggiorate, che cadranno invece sulle aziende elettriche che ometteranno di riversare gli introiti all’erario o di comunicare i morosi.