Ravenna, 36 anni dalla caduta del Muro. Il Pri: “Gorbaciov dimenticato dalla sinistra, la Schlein lo ricorderà?”

Una celebrazione per la caduta del Muro di Berlino che diventa un’analisi politica tagliente e un attacco alla sinistra italiana. Nel 36° anniversario della storica giornata del 9 novembre 1989, il segretario del Pri dell’Emilia-Romagna, Eugenio Fusignani, omaggia la figura di Michail Gorbaciov e accusa la sinistra, fino alla sua attuale leader Elly Schlein, di averlo “frettolosamente archiviato”.

Eugenio Fusignani, Segretario regionale PRI Emilia-Romagna

In una nota diffusa ieri, in occasione dell’anniversario, Fusignani ricorda come quel giorno abbia segnato non solo il crollo di una barriera fisica, ma “la fine di una lunga stagione difficile basata su un equilibrio pericoloso che aveva congelato il mondo in una contrapposizione armata e ideologica”. Una vittoria, secondo i Repubblicani, di un’Europa libera che si è riscoperta nella democrazia e nel pluralismo.

Il Partito Repubblicano, sottolinea Fusignani, fu tra i pochi a indicare quella strada con decenni di anticipo, citando un celebre dibattito tenutosi proprio a Ravenna nel 1965. “Fu allora che Ugo La Malfa invitava il Pci di Pietro Ingrao a compiere una scelta di campo netta verso la sinistra socialista europea, abbandonando ogni legame con il comunismo sovietico”.

Il cuore dell’intervento di Fusignani è però dedicato a Michail Gorbaciov, definito una “figura troppo frettolosamente archiviata, se non dimenticata, da larga parte della sinistra europea, compresa quella italiana”. Per il segretario repubblicano, Gorbaciov fu “uno statista di altissimo profilo” che ebbe il coraggio di comprendere, dall’interno, “l’insostenibilità e l’ingiustizia strutturale del regime sovietico”, scegliendo la via della riforma e ponendo fine a settant’anni di dominio totalitario.

Un’occasione storica che, secondo Fusignani, fu mancata da molti in Italia. “Gorbaciov offrì anche a tanti comunisti italiani l’opportunità di riscattare decenni di cecità ideologica e di bugie, riconoscendosi nello sforzo riformatore di un grande comunista. Pochi colsero quella grande occasione”.

La riflessione storica si chiude con una stoccata diretta all’attualità politica e alla leadership del Partito Democratico. “Non so se lo ricorderà Elly Schlein”, conclude polemicamente Fusignani, “di certo lo ricordiamo nel Pri, con lo spirito laico e riformatore del sentire Repubblicano”.