Un omicidio che sarebbe maturato nel dramma di una malattia degenerativa e nella paura di un futuro senza speranza. A Ravenna, un anziano di 78 anni è accusato di aver annegato la propria moglie, 77enne, immersa nella vasca da bagno. L’episodio, che risale allo scorso 9 settembre, ha destato profonda commozione in tutta la città.
Le indagini e l’accusa
L’uomo, un ex bancario in pensione, avrebbe confessato di aver provocato la morte della coniuge, già da tempo affetta da Alzheimer in fase avanzata. Secondo le ricostruzioni, la vittima necessitava di cure continue, che il marito aveva scelto di prestarle personalmente, rifiutando di affidarla a una struttura specializzata.
La Procura di Ravenna ha avanzato richiesta di giudizio immediato per omicidio volontario pluriaggravato, e il processo a carico del 78enne si aprirà nel mese di giugno. Le indagini preliminari suggeriscono che la decisione di porre fine alla vita della moglie sia scaturita dall’improvviso peggioramento delle condizioni di salute della donna, unito al timore di dover fronteggiare una sofferenza insostenibile.
Un gesto estremo nel silenzio domestico
Le testimonianze raccolte dagli inquirenti dipingono un quadro di profonda solitudine. L’uomo si sarebbe dedicato con abnegazione alla moglie, ma con l’avanzare della malattia e il delinearsi di prospettive sempre più cupe, sarebbe subentrata una disperazione tale da condurlo all’estremo gesto. L’accusato ha atteso i soccorritori in casa, consegnandosi subito dopo aver confessato ciò che era successo.
La storia ha colpito la comunità ravennate, suscitando riflessioni sulle difficoltà di chi si prende cura di persone affette da patologie neurodegenerative. In attesa del dibattimento, il caso apre un doloroso dibattito su sostegno assistenziale e prevenzione di situazioni limite, perché drammi simili non abbiano a ripetersi.