Si conosceranno oggi i risultati delle analisi sui ragni rinvenuti su una nave attraccata nel porto di Ravenna. Quando venerdì mattina i lavoratori della compagnia portuale hanno aperto la stiva del mercantile Galatrio, battente bandiera di Panama, si sono trovati di fronte ad una sorta di scena da film dell’orrore. Tra i tubi d’acciaio pronti per essere scaricati, erano nascosti centinaia di ragni grigiastri. E’ stata sospesa ogni lavorazione, sono state scattate alcune foto ed è stata richiusa la stiva. Il mercantile Galatrio, proveniente dal porto russo di Taganrog, era entrato in porto mercoledì poco dopo le 15, per arrivare all’ormeggio in banchina un’ora dopo. Per raggiungere il porto adriatico, la nave ha impiegato una decina di giorni. «Sono animaletti grigiastri – ha detto un testimone – di diverse dimensioni. Probabilmente nei giorni di navigazione si sono riprodotti e, quindi, abbiamo ragni più giovani e più vecchi. In parte sono maculati, in parte no». Saranno nocivi? Il dubbio ha subito assalito i presenti e innescato la sospensione del lavoro. Alcuni esemplari sono stati inviati al laboratorio di entomologia dell’Istituto zooprofilattico di Reggio Emilia. La risposta sulla pericolosità dei ragni arriverà oggi. L’armatore della nave, che intende rivalersi su chi ha caricato i tubi, ha affidato la pratica legale all’avvocato Maurizio Mauro. Nel frattempo ogni tipo di lavorazione sulla Galatrio è sospesa, anche perché proprio da Taganrog arrivano notizie non troppo confortanti sulla presenza – scoperta oltre un anno fa – in quell’area di «un ragno estremamente pericoloso, appartenente alla famiglia della vedova nera. L’area in cui si sta diffondendo il pericoloso ragno è quella del Golfo di Taganrog e del delta del fiume Don». Oggi si saprà la verità sui ragni della Galatrio. Il resto del carlino
