Non sembrano esserci più dubbi: l’impronta sul sangue nel frigorifero isolata nella villa dell’omicidio di Giulia Ballestri è di Matteo Cagnoni. Le ipotesi e l’alta attendibilità della comparazione delle impronte digitali sembrava non lasciare più alcun dubbio e il perito del tribunale di Ravenna avrebbe confermato la correttezza dei mezzi utilizzati per effettuare il riscontro. Una prova che sicuramente sarà tra le principali utilizzate in sede processuale dall’accusa coordinata dai pm della procura ravennate Alessandro Mancini e Cristina D’Aniello. Sin dall’inizio delle indagini della scientifica la compatibilità tra le tracce era sembrata molto probabile e riconducibile al 51enne Matteo Cagnoni e i punti comuni di contatto, l’indicatore utilizzato per paragonare le impronte, erano molti. La seconda impronta invece dovrà essere confrontata ulteriormente con quella dell’accusato, ma sembra anche in questo caso riconducibile al marito della vittima. E’ atteso ora per le prossime settimane il risultato dell’autopsia che dovrà chiarire come sia stata uccisa Giulia Ballestri e se abbia subito violenza sessuale prima dell’omicidio. Teleromagna
