Cronaca. Ravenna, delitto di Porto Corsini: autopsia decisiva sul corpo del 70enne ucciso

Sarà l’autopsia, che verrà affidata domani a un medico legale, a definire i dettagli cruciali dell’omicidio di Edi Giachi, il 70enne di Porto Corsini deceduto quattro giorni dopo essere stato travolto da un’auto. L’esame è ritenuto fondamentale per l’accusa, mentre l’uomo accusato dell’investimento, il 37enne Carlo Piccolo, resta in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato.

La Procura di Ravenna ha disposto l’accertamento tecnico per chiarire con precisione la dinamica dell’investimento e i punti d’impatto sul corpo della vittima. L’incarico sarà conferito domani al medico legale Dario Raniero. I risultati dell’autopsia, insieme all’analisi dei filmati delle telecamere di sorveglianza, saranno determinanti per stabilire se il 70enne sia stato colpito una o più volte, un dettaglio che potrebbe aggravare ulteriormente la posizione dell’indagato.

Secondo l’accusa, sostenuta dal sostituto procuratore Angela Scorza, l’omicidio è stato premeditato e scatenato da futili motivi. Tutto sarebbe nato da vecchie tensioni tra l’indagato e il figlio 38enne della vittima, legate a questioni di droga e a un presunto credito di circa 20 euro. La sera della tragedia, Piccolo avrebbe raggiunto l’abitazione della famiglia Giachi dopo aver minacciato telefonicamente il rivale.

La ricostruzione dei Carabinieri descrive una vera e propria spedizione punitiva: il 37enne avrebbe prima colpito l’auto del figlio della vittima con un gancio metallico, per poi tornare armato di una bottiglia di liquido infiammabile. Sarebbe stato il figlio a impedirgli di dare fuoco all’auto e al padre. Dopo un primo allontanamento, Piccolo avrebbe inserito la retromarcia, travolgendo il 70enne. L’accusa ipotizza anche un secondo tentativo di investimento. Di fronte al giudice Janos Barlotti, l’indagato ha sostenuto di aver colpito l’uomo accidentalmente, mentre cercava di fuggire da un’aggressione. Il gip, tuttavia, ha convalidato l’arresto, escludendo per ora la legittima difesa e ritenendo l’episodio il culmine di un’azione punitiva organizzata dallo stesso Piccolo.