Un ritrovamento che ha del miracoloso e che riscrive, in parte, la mappa della biodiversità dell’Alto Adriatico. Per la prima volta nella storia recente del litorale ravennate, è stata recuperata viva una tartaruga verde (Chelonia mydas), specie rarissima a queste latitudini e solitamente abitante dei mari più caldi del Mediterraneo meridionale. L’esemplare, finito accidentalmente nelle reti di un peschereccio, è stato preso in carico dagli esperti del Cestha (Centro Sperimentale per la Tutela degli Habitat) di Marina di Ravenna.
L’episodio, avvenuto nei giorni scorsi e reso noto oggi, segna un punto di svolta per la ricerca marina locale. A intercettare l’animale è stato l’equipaggio del peschereccio “Alberto” della cooperativa Martin Pescatore. I marinai, che da un decennio collaborano con il centro ricerche attraverso un protocollo di salvaguardia, hanno immediatamente attivato le procedure di soccorso: invece di rigettare la tartaruga in mare – operazione che potrebbe causare embolie o problemi polmonari dopo la cattura accidentale – l’hanno portata a terra per i controlli veterinari.
“Per la prima volta nella storia del nostro Centro di ricerca abbiamo recuperato viva una tartaruga verde”, spiega con entusiasmo Simone D’Acunto, direttore del Cestha. “In passato ci eravamo imbattuti solo in esemplari spiaggiati e già morti lungo le coste ravennati. Si tratta di una specie estremamente rara in Alto Adriatico: parliamo del terzo o quarto ritrovamento di un esemplare vivo in tutto il contesto”.
L’esemplare non è un piccolo disperso dalle correnti, ma un subadulto di circa 15 anni in piena salute, dal peso di 25 chilogrammi. Un dato che suggerisce come l’animale si trovasse in zona per una precisa scelta di esplorazione e non per difficoltà. “A differenza dei rari avvistamenti del passato, che riguardavano tartarughe giovani, questa è in piena forma”, precisa D’Acunto.
Il recupero accende i riflettori sui cambiamenti climatici in atto. La presenza di una tartaruga verde così a nord è, secondo gli esperti, un indicatore inequivocabile del riscaldamento delle acque, che sta rendendo l’Alto Adriatico un habitat idoneo per specie che un tempo non si spingevano oltre il sud del Mediterraneo.
Questo 2025 si conferma un anno straordinario per la natura ravennate. Il salvataggio della tartaruga verde si aggiunge infatti ad altri eventi unici registrati nei mesi scorsi, come il primo nido di Caretta caretta a Punta Marina e l’avvistamento della foca monaca alla foce del Bevano. “Quest’anno sembra essere davvero quello degli avvistamenti eccezionali”, conclude il direttore del Cestha, confermando come il mare di Romagna stia vivendo una profonda, e talvolta sorprendente, trasformazione.












