HA FATTO appena in tempo a girarsi verso sinistra quando la fucilata lo ha centrato in faccia. Alcuni pallini hanno poi proseguito la loro corsa fino a infrangere il lunotto della vettura di servizio.
Un rompicapo l’omicidio di Salvatore Chianese, guardia giurata di 42 anni freddata nella notte tra martedì e ieri a Savio, nel ravennate, con un fucile da caccia calibro 12. Chi gli ha sparato, lo ha fatto proprio mentre l’uomo stava aprendo il lucchetto della sbarra della cava ‘Manzoni Vecchia’ per quello che avrebbe dovuto essere il suo secondo giro di perlustrazione. Si tratta di un’area di centinaia di metri quadrati che circondano un lago di proprietà della Sic spa, una controllata della nota cooperativa ravennate Cmc. Dentro ci sono ruspe, container, deposti di sabbia e ghiaia oltre a serbatoi di gasolio che appena s’intravedono nella fitta nebbia che da giorni avvolge le campagne ravennati. Per arrivarci, bisogna imboccare l’Adriatica e scartare a destra dopo l’abitato di Fosso Ghiaia per poi proseguire per diverse centinaia di metri ancora su di uno sterrato non di rado meta di prostitute e bracconieri.
Secondo la prima ispezione cadaverica, il 42enne è stato ammazzato poco dopo la mezzanotte. A trovarne il cadavere circa un’ora più tardi, è stato un collega insospettitosi dal fatto che l’uomo non rispondesse alle chiamate.
L’ASSASSINO gli aveva portato via il portafoglio e la pistola ma non il telefonino. Vani per ora i tentativi dei carabinieri di recuperare la refurtiva tra la vegetazione circostante. A fare il riconoscimento ufficiale della salma, ieri pomeriggio è stato il fratello giunto dalla Campania. L’autopsia, come disposto dal pm Daniele Barberini, verrà eseguita in mattinata quando nelle indagini verrà coinvolto anche un esperto balistico dei Ris di Parma. Ma al di là della ricostruzione esatta degli ultimi istanti di vita del metronotte, il vero mistero resta per ora il movente. Il 42enne, incensurato, è stato infatti descritto da colleghi dell’istituto di vigilanza Civis Augusta srl, vicini di casa e amici come persona onesta e senza problemi sul lavoro. Nemmeno alla cava, salvo furti di gasolio datati nel tempo, gli operai hanno rilevato problemi particolari né sono mai giunti messaggi intimidatori.
«Stiamo vagliando tutte le ipotesi a 360 gradi», ha spiegato il procuratore capo Alessandro Mancini. «Se di agguato si è trattato», l’assassino «doveva conoscere i turni della vittima, e non è facile» visto che cambiano spesso. Inoltre «pensare che il metronotte sia arrivato mentre era in corso un atto criminoso», tipo un furto di materiale dalla cava, «non convince visto che l’uomo è stato colpito sulla sbarra d’ingresso».
CHIANESE, che era nato a Napoli ma che a lungo aveva abitato a Trentola Ducenta, nel casertano, qualche mese fa aveva comperato un appartamento in un paesino non distante dal luogo del delitto che si chiama Osteria. E ci era andato a vivere con il figlio di nove anni e la con la moglie Filomena, ora chiusa in casa nel suo dolore.
Resto del Carlino