Scappò dopo avere travolto, ucciso e trascinato per un centinaio di metri il corpo di un bambino. Poi andò con una prostituta. Come se nulla fosse successo. Come magari altre volte aveva fatto, dopo la sbornia al bar. E mentre lui se la spassava, quella sera del 22 giugno, una madre e un padre erano piegati dal dolore sul corpo senza vita del loro piccolo di tre anni. Era una domenica quando il bimbo, Gionatan Lasorsa, fu travolto da un’auto pirata mentre attraversava sulle strisce proprio davanti alla sua casa di Ponte Nuovo, prima periferia di Ravenna. Rimase sull’asfalto, sotto gli occhi dei genitori e del fratellino maggiore. Il padre lo stava aspettando dall’altra parte. All’investitore, un 37enne autotrasportatore bulgaro, Dimitrov Denchev Krasimir, ieri la giustizia ha presentato il conto: due anni, nove mesi e 10 giorni di reclusione, e 400 euro di ammenda, ottenuti con la formula del patteggiamento. Un conto salato nella forma, nemmeno troppo nella sostanza. Perché in carcere Krasimir non ci andrà. Non più, dopo i primi due mesi in cella. Fu arrestato dalla polizia nella sua abitazione di Lido Adriano, a 24 ore dalla fuga. Inizialmente aveva negato tutto e alla famiglia non ha mai chiesto scusa. Una perizia dimostrò che i frammenti rinvenuti sull’asfalto erano quelli della sua Mercedes Clk, e che quell’auto era stata lavata con acqua a pressione poco dopo i fatti. DOVEVA rispondere, oltre che di omicidio colposo e di fuga da incidente mortale, anche di guida in stato di ebbrezza. Un’accusa che il pm della Procura di Ravenna, Isabella Cavallari, è riuscita a formulare anche in assenza di alcol test eseguito nell’immediatezza, grazie al fatto che diversi avventori di un bar avevano poi riferito di aver visto uscire il bulgaro dal locale nel pomeriggio di quella stessa giornata visibilmente ubriaco. Il gip Piervittorio Farinella, ieri mattina, ha inoltre deciso di sospendere la patente all’uomo per sette anni e mezzo, quasi il massimo previsto dalla somma dei tre capi d’imputazione. Aspetto sul quale il legale della famiglia, Manuela Mengucci, esprime soddisfazione: «Il gip ha preso atto della gravità della condotta di guida dell’imputato». A fine agosto il 37enne, dopo le prime ammissioni e la proposta di patteggiamento , aveva ottenuto i domiciliari a Marina di Ravenna, ospite di un’amica connazionale. La possibilità di un accordo tra accusa e difesa e che l’uomo potesse non tornare più in cella aveva alimentato polemiche. Il via libera della procura è giunto il 17 novembre. E poco tempo prima, il 14 ottobre, i familiari del piccolo avevano dovuto versare altre lacrime. Un altro incidente stradale nel quale aveva perso la vita Giuseppe Solito, zio di Gionatan e fratello della mamma Fabiola. Il Resto del Carlino
