Ravenna, incidente di viale Alberti: muore dopo tre giorni 80enne travolto sulle strisce

È deceduto all’ospedale Bufalini di Cesena Filippo Seminara, 80 anni, travolto sulle strisce pedonali mentre attraversava viale Alberti nella mattinata di giovedì scorso. L’uomo era stato ricoverato in condizioni disperate e, dopo tre giorni di agonia, il suo cuore ha cessato di battere.

L’investitore è un 85enne ravennate, alla guida della stessa vettura con cui, cinque anni fa, aveva già causato un incidente quasi identico, nello stesso punto e sulla medesima carreggiata. A seguito della nuova tragedia, l’accusa nei suoi confronti – inizialmente formulata come lesioni stradali gravissime – verrà ora riformulata in omicidio stradale.

L’impatto è avvenuto intorno alle 10:30 di giovedì 5 giugno. Secondo una prima ricostruzione, l’automobilista non si sarebbe accorto del pedone che stava attraversando regolarmente, forse a causa della velocità e di una visibilità non ottimale. Lo scontro è stato violento, e Seminara è stato subito soccorso e trasferito in elicottero al trauma center cesenate, dove però le sue condizioni sono apparse fin da subito critiche.

A rendere ancora più inquietante la vicenda è il precedente che coinvolge lo stesso conducente: il 27 febbraio 2020, nello stesso tratto di viale Alberti, aveva investito una donna che attraversava sulle strisce. Anche in quel caso la vittima era rimasta gravemente ferita. All’epoca gli fu sospesa la patente per sei mesi e fu denunciato per lesioni stradali, ma evidentemente nulla è cambiato da allora.

La ripetitività dell’evento e la pericolosità del tratto sollevano ora interrogativi stringenti sulla sicurezza di viale Alberti e sull’idoneità alla guida in età avanzata. Il caso potrebbe riaccendere il dibattito sulla necessità di controlli più stringenti per i conducenti anziani e su una riforma che preveda valutazioni periodiche di idoneità psicofisica alla guida.

La comunità ravennate è scossa: viale Alberti, già teatro di gravi incidenti, torna tristemente alla ribalta come simbolo di una viabilità che fatica a tutelare i più fragili, in primis pedoni e anziani. Intanto, le indagini proseguono per definire con esattezza la dinamica dell’incidente, ma una domanda resta sospesa nell’aria: quante volte lo stesso errore può passare impunito, prima che diventi colpa collettiva?