È tornato in Italia, e nella sua terra d’origine, il corpo di Alessandro Coatti, il biologo molecolare di 38 anni originario di Longastrino, ucciso in circostanze brutali lo scorso aprile durante una vacanza in Colombia. Dopo settimane di attesa e indagini, la salma è stata rimpatriata. Prima del funerale, però, sarà sottoposta a una nuova autopsia, disposta dalla Procura di Roma, che ha aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio.
L’assassinio, avvenuto il 6 aprile a Santa Marta – località turistica affacciata sul Mar dei Caraibi – ha scioccato l’opinione pubblica per la sua efferatezza. Secondo gli inquirenti colombiani, Coatti sarebbe stato attirato in una trappola tramite una piattaforma di incontri. L’obiettivo era sottrargli denaro utilizzando le sue carte bancarie, ma l’incontro è degenerato rapidamente in un’aggressione mortale.
I resti del giovane scienziato, smembrati e nascosti in più zone della città, sono stati ritrovati grazie a una combinazione di testimonianze locali – incentivati da una ricompensa di 12.500 dollari – e riscontri scientifici. Decisivo anche il ritrovamento di effetti personali della vittima. Le indagini hanno portato all’arresto di quattro persone, ora accusate di omicidio aggravato, associazione per delinquere e possesso illegale di armi.
A Longastrino, la comunità si stringe nel dolore intorno alla famiglia. “Un ragazzo brillante, che aveva scelto la scienza per migliorare la vita degli altri”, lo ricordano amici e colleghi, in attesa di poterlo salutare per l’ultima volta. La seconda autopsia, intanto, potrebbe offrire ulteriori risposte su quanto accaduto quella tragica notte in Colombia.