Ravenna. “Salviamo i pini di Lido di Savio e Ravenna” . Nuova era Barattoni: di verde nemmeno le allodole da prendere con gli specchietti 

Inaugurata con la ripresa di abbattimenti di alberi senza sosta la legislatura della neoeletta amministrazione a guida PD, supportata da Verdi e 5 Stelle, nella Ravenna della retorica sempre più green del neosindaco Alessandro Barattoni.

In un’intervista gli alleati del sindaco sottolineano come “l’ambiente occuperà il primo posto nelle nuove scelte di governo della città, non per una precedenza alfabetica ma per la sostenibilità ambientale che si intende perseguire”.

Imbarazzo dunque per le parole della nuova amministrazione che, in perfetta continuità con la precedente, pensa di affrontare il problema dell’inquinamento, della salute, delle isole di calore in città e della sostenibilità ambientale perseguendo una gestione del patrimonio arboreo e naturale sempre più miope, avventata e priva di trasparenza. 

Un esempio che tocca direttamente il gruppo di cittadini “Salviamo  i pini di Lido di Savio”, impegnati da quasi un anno a salvare viale Romagna dalle motoseghe del progetto Parco Marittimo: a Lido di Savio, nel fervore della cementificazione ex art. 18 comparto S17, per la solita Immobiliare Ritmo che colonizza da 50 anni tutta la costa, dove sono già stati abbattuti a colpi di ruspa numerosi alberi in salute che ornavano da decenni via Byron, è stato abbattuto nella giornata di mercoledì 28 maggio un nuovo pino, senza alcuna valutazione e in pieno periodo di tutela della nidificazione.

Nell’avviso si legge che “per il completamento della rotatoria” il Comune autorizza la Ritmo e il sig. Pulazza in indirizzo “in deroga all’art. 7.9 del Regolamento Comunale del Verde in urgenza entro il 30 Maggio 2025 l’abbattimento di n. 1 albero di Pinus pinea sito in Viale Byron a Lido di Savio, Ravenna”.

Quindi il regolamento comunale vieta i tagli se non per motivi di effettiva urgenza (albero pericolante), ma per far posto alle opere della cementificazione Ritmo, si può abbattere lo stesso. In un’epoca di grave crisi climatica i piani progettuali dovrebbero, in un’ottica lungimirante, considerare le alberate preesistenti e adottare soluzioni che le conservino. Invece il Comune, per assegnare appalti di lavori discutibili ai soliti nomi noti, in deroga alle normative di tutela dell’avifauna europee, nazionali e comunali, senza alcuna remora e senza nessuna giustificazione effettiva, si permette di continuare a decretare la morte di grandi alberi sani e la distruzione di patrimonio arboreo collettivo per vezzi architettonici e manomissioni di strade che un disegno progettuale più accorto avrebbe potuto tutelare. 

Del resto, ricordiamo che il Gruppo Ritmo è riuscito a fare spostare le opere a terra del rigassificatore, che avrebbero interferito con altre sue lottizzazioni in programma a Punta Marina. E a proposito di rigassificatore, della prevista “foresta” da settantamila piante a compensazione del pesantissimo impatto ambientale, naturalmente neanche un ciuffetto d’erba.

A cosa servono, dunque, i regolamenti comunali?

Non è stata sufficiente a fermare l’abbattimento la diffida consegnata agli Uffici comunali di competenza e la richiesta di accesso atti, rimasta senza riscontro, per capire con quali motivazioni il Comune possa fare carta straccia del suo stesso regolamento. Una strage in uno dei comuni più cementificati e con qualità dell’aria peggiore d’Italia che secondo il Rapporto ISPRA 2024 continua a piazzarsi sul podio dei Comuni italiani per superficie di suolo consumata.

“Salviamo i pini di Lido di Savio e Ravenna”