L’incessante via vai da quell’appartamento di Savio di Ravenna non poteva passare inosservato. E per settimane i carabinieri, appostati e rendendosi invisibili, hanno verificato che le persone che bussavano a quella porta erano davvero troppe (ed eterogenee) per poter essere confuse con semplici amici o parenti. Alla fine i sospetti hanno trovato conferma: si trattava di una casa di appuntamenti. Un vero e proprio punto di riferimento, per singoli uomini o anche per coppie in cerca di emozioni forti. In manette, per sfruttamento aggravato della prostituzione, sono finiti due fratelli tunisini, Majid Jomaa, 40enne transessuale dedito egli stesso alla prostituzione, e Mohamed Ali Jomaa, 34enne, entrambi pregiudicati. Il primo era l’affittuario dell’alloggio, che i militari hanno sequestrato con l’obiettivo di ottenerne la confisca anche se il proprietario, che vive all’estero, non è indagato. Difficile credere che non potesse sapere cosa succedesse nella sua casa, dato che l’aveva affittata – con regolare contratto – a un trans.
Le indagini sono state innescate dalla segnalazione di alcuni cittadini, che hanno permesso di localizzare la casa di appuntamenti a Savio. E, all’esito di mirati servizi di osservazione e pedinamento anche in borghese, è scattata l’irruzione. All’interno le donne erano in minoranza. Erano presenti una prostituta bulgara con un pensionato 68enne riminese, che avevano accordato una prestazione per 50 euro; in un’altra stanza si erano appartati due transessuali – l’affittuario tunisino e uno italiano – con una coppia sempre riminese, lui artigiano 57enne e lei impiegata di 47. Un ménage a quattro per il quale avevano concordato una tariffa di 120 euro.
I successivi accertamenti hanno così consentito di documentare che i due fratelli avevano organizzato una perfetta casa di appuntamenti, ricevendo le chiamate dei clienti, mettendo a disposizione i propri servizi (stanze da letto, profilattici, salviette,…) e trattenendo 10 euro per ogni prestazione sessuale, una sorta di subaffitto a ore. La giovane bulgara stazionava su una piazzola della statale Adriatica e utilizzava quell’alloggio in alternativa a una più costosa stanza d’hotel. Oltre all’appartamento, cui sono stati apposti i sigilli, i militari hanno sequestrato un grosso quantitativo di profilattici.
Gli arresti sono stati fatti nella notte tra il 21 ed il 22 febbraio e l’altra mattina i due fratelli sono comparsi davanti al giudice del tribunale di Ravenna che ha convalidato il sequestro dell’abitazione e gli arresti, disponendo la misura cautelare del divieto di dimora nella provincia di Ravenna in attesa del processo fissato davanti al tribunale collegiale – dato che il reato è aggravato – a inizio marzo. Il Resto del Carlino