Nel contesto di tensioni globali che riverberano sulle attività portuali locali, Ravenna si trova al centro di un dibattito acceso sul commercio di materiali bellici. Oggi, con una nota congiunta, i sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno preso una posizione decisa contro il passaggio di armi dirette a Israele attraverso lo scalo romagnolo, collegandolo a preoccupazioni più ampie sulla sicurezza e sulle implicazioni etiche. Questo intervento si inserisce in un quadro di proteste crescenti, culminanti in una manifestazione programmata per il 16 settembre, che mira a sensibilizzare sull’uso del porto per scopi militari.
Al cuore della controversia c’è il progetto Undersec, dedicato all’implementazione di misure di sicurezza portuale, che vede il coinvolgimento dell’Autorità portuale di Ravenna insieme al ministero della Difesa israeliano. Un incontro tra i partner del progetto, inclusa l’azienda di armamenti Rafael, è fissato proprio per il 16 settembre nella città, spingendo vari comitati a organizzare una mobilitazione al porto per esprimere dissenso e raccogliere adesioni.
I sindacati hanno sottolineato la loro contrarietà netta, descrivendo gli eventi nei territori palestinesi come un genocidio e opponendosi fermamente sia al traffico di armamenti che alla sperimentazione di sistemi di sicurezza militari. Un episodio emblematico risale al 30 giugno scorso, quando una nave proveniente dalla Repubblica Ceca ha attraccato a Ravenna caricando container di munizioni ed esplosivi, per poi salpare verso Haifa in Israele. Successive verifiche hanno rivelato che la nave non aveva ottenuto l’autorizzazione dall’Uama, l’Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento, in linea con la sospensione governativa di nuove licenze per vendite belliche a Israele dopo il 7 ottobre 2023. Nonostante queste restrizioni, il transito di tali materiali persiste, alimentando le critiche.
Mentre la comunità locale osserva questi sviluppi, l’attenzione si concentra sulle potenziali ripercussioni per l’economia portuale e per la percezione pubblica delle operazioni marittime. Con la manifestazione imminente, Ravenna potrebbe diventare un punto focale per discussioni più ampie su etica e commercio internazionale, invitando a un riflessione collettiva sulle scelte che modellano il ruolo del porto in scenari globali complessi.