Razzi di Hamas dopo il sì alla tregua
Obama: «Stop subito, senza condizioni»
Obama: «Stop subito, senza condizioni»
L’ira di Israele: violano i loro accordi. Appello del Papa per la pace
Lorenzo Bianchi
IL PRESIDENTE degli Stati Uniti, Barack Obama, ha chiesto al premier israeliano Benyamin Netanyahu «un cessate il fuoco umanitario immediato e incondizionato»; è «un imperativo strategico», gli ha detto in una conversazione telefonica il cui tono — da quanto traspare dal comunicato della Casa Bianca — è stato piuttosto perentorio. Precedentemente, il governo israeliano aveva nuovamente respinto la proposta del segretario di stato Usa John Kerry per la tregua, confermando, invece, la sua adesione alla mediazione egiziana, definita «l’unica possibile».
Nella telefonata, Obama ha rimarcato l’importanza di garantire una sicurezza duratura a Israele, che passa attraverso la «smilitarizzazione di Gaza» e il «disarmo dei gruppi terroristici». Ha tuttavia anche sottolineato «la necessità di stabilire un cessate il fuoco umanitario immediato, senza condizioni per arrivare a una cessazione definitiva delle ostilità», che permetta ai palestinesi della Striscia di condurre una vita normale e di avviare prospettive di sviluppo a lungo termine per Gaza.
Il colloquio tra il presidente degli Stati Uniti e il premier israeliano è avvenuto al termine di una giornata particolarmente tesa, caratterizzata da una pioggia di razzi caduta su Israele dopo l’orario della tregua accettata e dichiarata da Hamas, le 14 locali. Tre sono piombati sul Neghev occidentale. Uno è stato intercettato nel cielo di Shaar HaNeghev. Un frammento ha lievemente ferito una donna in un kibbutz. Altri 4 indirizzati verso Beersheba sono stati polverizzati dal sistema antimissile Iron Dome. Altrettanti piombati sul deserto.
ISRAELE ha congelato il cessate il fuoco che avrebbe dovuto durare fino alle 24 di ieri (le 23 in Italia). «Hamas — ha tuonato il premier israeliano Benjamin Netanyahu ai microfoni della Cnn statunitense — non riesce ad accettare neppure il suo stop al conflitto. Continua a sparare. Faremo tutto ciò che è necessario per proteggere il nostro popolo. Agiremo contro i missili e contro i tunnel. Israele ha accettato 5 cessate il fuoco da quando sono cominciate le ostilità. Hamas li ha respinti o violati tutti. Vuole che i cadaveri di civili si accumulino perché i media possano fotografarli».
Alle 14 in effetti i soldati di Gerusalemme hanno ricevuto l’ordine di sparare solo se attaccati. Il portavoce di Hamas a Gaza Sami Abu Zhouri ha dichiarato però che le armi potranno tacere a Gaza solo se le truppe israeliane si ritireranno al di là del confine e se gli abitanti sfollati, più di 100 mila, potranno rientrare nelle loro case. I militari israeliani impegnati nella distruzione dei tunnel che sfociano nel territorio dello Stato ebraico occupano una zona cuscinetto larga tre chilometri all’interno della Striscia e non hanno nessuna intenzione di abbandonarla. Dall’inizio dell’operazione Margine protettivo contro Gaza le vittime sarebbero 1.031 e i feriti 6.230. A Khan Younis la folla inferocita ha assaltato la sede locale della Croce Rossa appiccando un piccolo incendio che ha danneggiato la sala di accoglienza e materiale medico. La Tv al- Aqsa, l’emittente di Hamas, è stata colpita ma ha continuato a trasmettere. In Cisgiordania, vicino all’insediamento ebraico Beitar Illit, è stato sventato un attentato kamikaze con un’auto-bomba.
Sale il numero delle vittime anche sul versante israeliano. Un soldato è stato ucciso nella notte da un colpo di mortaio. In ospedale sono morti il capitano Liad Lavi, 22 anni, e il primo maresciallo luogotenente Rami Chalon, 39. I caduti sono ora 43. Anche l’Egitto è impegnato nella distruzione dei tunnel. Ieri ha annunciato di averne messi fuori uso 13, per un totale di 1369 da quando ha cominciato a sigillare il suo confine.
IL PRESIDENTE degli Stati Uniti, Barack Obama, ha chiesto al premier israeliano Benyamin Netanyahu «un cessate il fuoco umanitario immediato e incondizionato»; è «un imperativo strategico», gli ha detto in una conversazione telefonica il cui tono — da quanto traspare dal comunicato della Casa Bianca — è stato piuttosto perentorio. Precedentemente, il governo israeliano aveva nuovamente respinto la proposta del segretario di stato Usa John Kerry per la tregua, confermando, invece, la sua adesione alla mediazione egiziana, definita «l’unica possibile».
Nella telefonata, Obama ha rimarcato l’importanza di garantire una sicurezza duratura a Israele, che passa attraverso la «smilitarizzazione di Gaza» e il «disarmo dei gruppi terroristici». Ha tuttavia anche sottolineato «la necessità di stabilire un cessate il fuoco umanitario immediato, senza condizioni per arrivare a una cessazione definitiva delle ostilità», che permetta ai palestinesi della Striscia di condurre una vita normale e di avviare prospettive di sviluppo a lungo termine per Gaza.
Il colloquio tra il presidente degli Stati Uniti e il premier israeliano è avvenuto al termine di una giornata particolarmente tesa, caratterizzata da una pioggia di razzi caduta su Israele dopo l’orario della tregua accettata e dichiarata da Hamas, le 14 locali. Tre sono piombati sul Neghev occidentale. Uno è stato intercettato nel cielo di Shaar HaNeghev. Un frammento ha lievemente ferito una donna in un kibbutz. Altri 4 indirizzati verso Beersheba sono stati polverizzati dal sistema antimissile Iron Dome. Altrettanti piombati sul deserto.
ISRAELE ha congelato il cessate il fuoco che avrebbe dovuto durare fino alle 24 di ieri (le 23 in Italia). «Hamas — ha tuonato il premier israeliano Benjamin Netanyahu ai microfoni della Cnn statunitense — non riesce ad accettare neppure il suo stop al conflitto. Continua a sparare. Faremo tutto ciò che è necessario per proteggere il nostro popolo. Agiremo contro i missili e contro i tunnel. Israele ha accettato 5 cessate il fuoco da quando sono cominciate le ostilità. Hamas li ha respinti o violati tutti. Vuole che i cadaveri di civili si accumulino perché i media possano fotografarli».
Alle 14 in effetti i soldati di Gerusalemme hanno ricevuto l’ordine di sparare solo se attaccati. Il portavoce di Hamas a Gaza Sami Abu Zhouri ha dichiarato però che le armi potranno tacere a Gaza solo se le truppe israeliane si ritireranno al di là del confine e se gli abitanti sfollati, più di 100 mila, potranno rientrare nelle loro case. I militari israeliani impegnati nella distruzione dei tunnel che sfociano nel territorio dello Stato ebraico occupano una zona cuscinetto larga tre chilometri all’interno della Striscia e non hanno nessuna intenzione di abbandonarla. Dall’inizio dell’operazione Margine protettivo contro Gaza le vittime sarebbero 1.031 e i feriti 6.230. A Khan Younis la folla inferocita ha assaltato la sede locale della Croce Rossa appiccando un piccolo incendio che ha danneggiato la sala di accoglienza e materiale medico. La Tv al- Aqsa, l’emittente di Hamas, è stata colpita ma ha continuato a trasmettere. In Cisgiordania, vicino all’insediamento ebraico Beitar Illit, è stato sventato un attentato kamikaze con un’auto-bomba.
Sale il numero delle vittime anche sul versante israeliano. Un soldato è stato ucciso nella notte da un colpo di mortaio. In ospedale sono morti il capitano Liad Lavi, 22 anni, e il primo maresciallo luogotenente Rami Chalon, 39. I caduti sono ora 43. Anche l’Egitto è impegnato nella distruzione dei tunnel. Ieri ha annunciato di averne messi fuori uso 13, per un totale di 1369 da quando ha cominciato a sigillare il suo confine.
PAPA FRANCESCO all’Angelus ha chiesto pace per la Palestina con parole accorate. «Tutto si perde con la guerra — ha detto a braccio — nulla si perde con la pace. Penso ai bambini. Le guerre tolgono loro la speranza di una vita degna di un futuro. Genera infatti bambini morti, feriti, orfani, mutilati, che giocano su residui bellici e non sanno sorridere». Il Resto del Carlino