Referendum: andate al mare
Si è detto per molto tempo che il famoso invito di Bettino Craxi di andare al mare,sul referendum per la preferenza unica, sia stato un errore politico, l’inizio della fine di Craxi.
Di più, si disse e si dice che da allora in poi Craxi non seppe leggere più il mondo che cambiava.
Il nuovo che avanzava.
Io penso l’esatto contrario.
Perché spesso il nuovo è peggiore del vecchio.
In quel caso fu così.
Craxi aveva letto benissimo quel che succedeva.
Prima i referendum Segni, poi Mani Pulite, avrebbero in pochissimo tempo demolito la politica attraverso lo svuotamento dei partiti.
Fu il passaggio da un moralismo diffuso, ma non prevalente, alla stagione giustizialista e nuovista dilagante che poi sfociò nel populismo.
Di sinistra e destra.
Sino a questa Italia qui.
L’inizio fu “la fine della storia”, cioè, la fine della politica come forza regolatrice del capitalismo.
Il comunismo aveva perso, si affermava l’idea, nelle classi dirigenti industriali e finanziarie, che il capitalismo, il mercato, fossero “virtuosi in se”.
Senza politica.
Sino a questa Italia qui. Questo mondo qui.
Il mercato è sì virtuoso, ma non in se, senza politica.
Craxi lo aveva capito, anche perché glielo avevano detto. Cuccia, Mediobanca, invio’ Ligresti a Hammamet, per dirgli che doveva mettersi alla testa del “nuovo”.
Craxi disse di no.
Perché era figlio della democrazia con i partiti e del capitalismo con la politica.
Cuccia disse che aveva perso la sua occasione.
Così fu. Poi sappiamo come andò.
Nel 1992 i cinque partiti del Pentapartito presero, sommati, più del 50 per cento dei voti.
Nel 1994 non erano più nelle schede elettorali.
Mai successo in alcun paese occidentale.
Quindi Craxi aveva ragione.
Disse a Giuliano Ferrara che con la preferenza unica avrebbe chiuso il partito.
Lo ha detto Ferrara.
La Procura di Milano e la cagnara dei giornali di proprietà del mondo di Cuccia e delle grandi imprese del nord gli risparmiarono il fastidio.
Fecero loro.
I referendum sul lavoro non sono la stessa cosa naturalmente. Non sono l’inizio di niente, sono la prosecuzione del niente.
Sono figli della cagnara dell’oggi.
Del populismo sindacale di Landini, del neo populismo estremo di Schlein e Conte e Fratoianni.
Si basano sulla menzogna secondo la quale il Job Act avrebbe aumentato il precariato e il partime e i licenziamenti e diminuito le ore lavorate. Tutte balle.
Tutte smentite da ISTAT e Bankitalia.
Quindi andate al mare.
Non è un errore.
Come non era un errore quello di Bettino.
Sergio Pizzolante