San Marino. Referendum. Comitato del No: “Abrogare è tornare indietro”

referendumVotare Sì “significa chiuderci nei nostri confini e non stare al passo con i tempi”

Comitati contrari ai referendum, rappresentati dai partiti di maggioranza, invitano a votare “no” perchè “è meglio” domenica prossima. In una nota si sintetizzano le motivazioni per entrambi i quesiti. Su quello per l’abrogazione della recente legge sulla libera professione medica, il comitato spiega come il livello di assistenza sanitaria a San Marino sia alto: “Sammarinesi e gli aventi diritto Iss sono assistiti e curati dai migliori medici, altamente specializzati, nelle diverse discipline”. Inoltre, “negli ultimi anni sempre meno sammarinesi sono stati assistiti fuori territorio grazie alla professionalità e specializzazione dei nostri medici, mentre la nostra struttura ha attrezzature all’avanguardia in grado di soddisfare le esigenze di cura e diagnosi dei sammarinesi”.

Di fatto la legge sulla libera professione “consente ai nostri sanitari- sottolinea la nota- di esercitare l’attività libero professionale con regole certe e chiare”. Al contrario, abrogarla “significa tornare indietro- puntualizza il comitato- e fare in modo che il personale sanitario e i servizi non possano migliorare, significa chiuderci nei nostri confini e non stare al passo con i tempi”.

I partiti di maggioranza difendono anche il decreto Fondiss che il secondo quesito intende abrogare con cui “le pensioni dei sammarinesi non vengono toccate- spiega la nota- vengono regolamentate le norme per investire e gestire le somme di Fondiss  anche attraverso soggetti terzi altamente specializzati”. Il decreto prevede che i fondi del secondo pilastro delle pensioni sia di fatto gestito dal “Comitato amministratore di Fondiss- spiega la nota- che è composto da esperti e professionisti in rappresentanza dei lavoratori sia dipendenti che autonomi e dei datori di lavoro” e che è chiamato a decidere su come investire i fondi “secondo le regole previste nella Legge del 2011 che non vengono cambiate”. Mentre a Banca Centrale spetta “il compito di vigilare sulla regolarità delle operazioni di tutte le banche e finanziarie sammarinesi, funzioni che mantiene anche con il decreto sottoposto a referendum”. In definitiva, conclude la maggioranza, “la responsabilità di banca depositaria rimane a Banca centrale”. La Tribuna