Referendum. L’errore drammatico del Pd … di Sergio Pizzolante

Dicendo no ai referendum il Pd va in soccorso delle Procure. Di una giustizia diventata ingiusta. Di un sistema democratico che è diventato antidemocratico, perché è evidente lo squilibrio antidemocratico dei poteri in Italia.
E’ evidente che il potere giudiziario ha, da decenni, da Tangentopoli, preso il sopravvento su quello politico, legislativo e su quello di Governo.
Ricordate la regola del tre di Palamara?
Un Procuratore della Repubblica, un membro della polizia giudiziaria o dei servizi segreti, un giornalista, se si mettono insieme sono più forti del Parlamento e del Governo.
Lo dice solo Palamara? No.
Lo dice la realtà.
Quanti Ministri sono saltati? Quanti Governi? Quanti leaders politici, quanti sindaci, quanti Presidenti di Regione?
Quante volte gli italiani sono andati al voto, hanno scelto, poi un Procuratore della Repubblica, passando informazioni, conversazioni intercettate e montate ad arte, ad un giornalista amico, ha trasformato in mostro il sindaco eletto?
È così o no?
Quello va in galera preventiva ed è morto!
Segnato a vita.
Succede a molta gente, non solo ad un sindaco. Ed è un dramma. Una tragedia umana, economica, professionale, a volte, molte volte, sempre.
Ma se succede, spesso, molto spesso, a coloro che i cittadini eleggono, significa che le elezioni, la democrazia, stanno dietro, molto dietro, il potere, spesso violento, dei tre della regola del tre.
Il Pd dice no al Referendum che modifica la carcerazione preventiva.
Questa, in questi 30 anni, è stato lo strumento di tortura, a disposizione di Procure e stampa, per sottomettere gli eletti.
Per cambiare gli equilibri democratici.
È evidente! Per il Pd bisogna continuare così.
La Legge Severino ha introdotto, nella legislazione italiana, il reato di “traffico di influenza”.
È il reato con il quale si è dichiarata illegale l’attività politica. Si è inoltre demonizzato il rapporto diretto fra impresa e pubblica amministrazione.
Per rafforzare oltremodo il potere delle Procure e delle burocrazie.
Ormai, realizzare un opera è impossibile.
Aver permessi e autorizzazioni in tempo, è impossibile.
Dialogare con gli uffici comunali è impossibile.
Piangiamo perché non abbiamo gas, energia, ma se decidiamo di fare un impianto fotovoltaico al servizio dell’azienda, ci mettiamo tre anni. Minimo.
La Severino ha inoltre introdotto una mostruosità giuridica.
Viene applicata la pena in forma retroattiva.
E viene applicata ad un amministratore eletto, quando costui, per la Costituzione italiana è innocente. Sino al terzo grado di giudizio.
Ancora una volta, i cittadini ti eleggono, un magistrato ti caccia, un giornalista ti dichiara mostro.
Per il Pd va bene così.
Per il Pd il Csm va bene così.
Le carriere uniformi dei magistrati che accusano e di quelli che giudicano vanno bene così.
Le correnti della magistratura vanno bene così.
Le leggi che i magistrati hanno voluto, dal traffico di influenza, ai reati associativi generici, all’abuso d’ufficio, che mai applicano a se stessi, ma che servono a sottomettere le istituzioni democratiche, vanno bene così.
Se un sindaco del Pd, tanti, se un Presidente di Regione del Pd, alcuni, incappano in questa rete terrificante, per il Pd va bene così.
Perché succede più spesso agli altri.
Perché si possono fare dei “sacrifici” all’altare, sotto l’altare del potere amico, spesso, o nemico dei nemici, sempre.
Questo è il dramma di questo Paese.
Da trenta anni.
Avere un partito di sinistra, egemone nella sinistra, che è andato al potere, dopo l’89, dopo che sembrava tutto perso, dopo il fallimento storico del comunismo, grazie al soccorso del potere giudiziario.
Grazie al concorso del potere giudiziario.
Grazie alla fortificazione del potere giudiziario.
Grazie alla scelta della via giudiziaria al potere.
È il peccato originale.
Origine di tutto.
Sergio Pizzolante