UNA MORTE circondata da misteri quella del piccolo Carlo Russo, il bimbo di due anni che ha bevuto del liquido per lavastoviglie nel bar dei genitori nel comune reggiano di San Martino in Rio. Il suo cuoricino ha smesso di battere all’alba di venerdì, dopo quasi 60 ore di ricovero in rianimazione.
Emerge però anche un episodio inquietante a avvenuto esattamente un mese fa. Un presunto tentativo di rapimento. «Un periodo sfortunato questo…», confidava la madre Giusy a parenti e amici nelle ore successive al ricovero in ospedale, avvenuto martedì sera.
Infatti il 28 luglio scorso Giusy raccontò alla polizia di essere stata avvicinata appena scesa dall’autobus in zona stazione, in compagnia del figlio, da due persone. Un uomo e una donna che con tanto di coltello l’avrebbero minacciata: «Se non ci dai il bambino ti uccidiamo». Poi sarebbe intervenuto un uomo di colore che avrebbe così messo in fuga i due malintenzionati. Anche se a distanza di oltre trenta giorni, ancora la vicenda non è stata chiarita dagli investigatori.
INTANTO l’autopsia sul corpicino di Carlo, disposta dal pm della procura reggiana Giacomo Forte all’interno del fascicolo per omicidio colposo (ancora nessuno è stato indagato) verrà eseguita domani. Nonostante i forti dubbi manifestati a caldo nei confronti dell’operato dei medici dopo la morte del figlio («Me l’hanno ammazzato», aveva gridato la madre in ospedale. «Vogliamo vederci chiaro», incalzava invece il padre Antonio), la famiglia Russo non ha ancora presentato denuncia. Ma ha comunque nominato – tramite il legale di fiducia, Alessandro Carrara – un consulente di parte per l’esame autoptico.
Da chiarire le reali cause della morte e soprattutto se vi siano responsabilità professionali. L’attenzione dei genitori è rivolta anche alle indagini sull’etichetta del prodotto ingerito da Carlo: vogliono infatti capire se presentava tutti gli avvertimenti precauzionali qualora fosse ingerito. Gli investigatori hanno già provveduto a sequestrare cartelle cliniche e detergente. Ora, però, è il momento del silenzio. (…) Il Resto del Carlino