Avrebbe finto di essere ‘Kelly’. Con questo escamotage Il suo ex l’ha attirata nel podere di San Prospero parmense, a pochi chilometri da Reggio, e poi l’ha uccisa, poco dopo ‘Kelly’. Emergono nuovi terribili particolari sul duplice omicidio avvenuto nelle prime ore del 26 dicembre nel casolare che ospitava il circolo per incontri hard ‘Angelica Vip’, nel quale hanno perso la vita il 47enne Luca Manici, travestito parmigiano conosciuto come ‘Kelly’ nel mondo delle notti trasgressive e l’amica Gabriela Altamirano, di origine argentna, residente a Salsomaggiore. La polizia di Parma ha arrestato nei giorni scorsi l’ex compagno di lei, il 42enne Samuele Turco, e il figlio Alessio, di 21. Secondo quanto emerge dalla richiesta di convalida dei due fermi, i due, a bordo di una Volvo prestata da un amico ignaro avrebbero raggiunto il casolare. Turco avrebbe dapprima ucciso Manici con almeno diciotto coltellate, di cui una, quella fatale, al cuore. Poi, usando il cellulare della vittima, ha inviato un messaggio a Gabriela: «Vieni qui, c’è un cliente che ti aspetta». Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Gabriela, dopo essersi prostituita d’accordo con Turco – che da quest’attività traeva i soldi in via quasi esclusiva per il proprio sostentamento – aveva deciso di lasciarlo. La donna era entratanel giro delle entreneuse selezionate da Manici all’‘Angelica Vip’, rendendosi così indipendente. Geloso in modo malato, e forse anche perché rimasto a corto di soldi, Turco non avrebbe accettato la nuova vita di Altamirano: una volta attirata nel casale, avrebbe strangolato la donna usando una calza a rete facendole perdere i sensi, poi avrebbe infierito su di lei stendendola su un letto e accoltellandola nelle parti intime almeno nove volte.
Da chiarire ancora il ruolo del figlio: lui stesso ha confermato di essere sul luogo del delitto, ma la partecipazione materiale dev’essere chiarita. Il suo contributo è stato però fondamentale per aiutare la squadra mobile di Parma a ritrovare il coltello, sotterrato vicino alla sua abitazione, oltre ai cellulari delle vittime e a materiale informatico nascosti in una borsa dentro un fienile non lontano dal ristorante che il padre gestiva a Cassio parmense, vicino al fallimento, circostanza che potrebbe spiegare almeno in parte il bisogno di denaro del 42enne. Il Resto del Carlino
