REGGIO EMILIA. ENRICO BINI UN SINDACO VERAMENTE PARTICOLARE

 

Enrico Bini (a sinistra) con il Prefetto di Reggio Emilia Raffaele Ruberto (al centro)

Cominciamo da una premessa di carattere generale. Una premessa ovvia ma che non deve essere mai data per scontata. Una premessa imprescindibile non solamente per tutti coloro che ricoprono cariche istituzionali, bensì per ogni singolo cittadino. La lotta contro la criminalità organizzata è una battaglia di civiltà, ancora prima che giudiziaria.

“Una minaccia contro il Sindaco è rivolta nei confronti dell’intera città”. Così commentai nel febbraio scorso al momento della divulgazione della lettera minatoria spedita dal carcere al Sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi. Un fatto senza precedenti similare alla richiesta degli imputati del processo Aemilia di escludere la stampa dal dibattimento.

Purtroppo il Sindaco di Castelnovo Monti Enrico Bini ha evidentemente la memoria corta. Esprime la sua delusione in quanto i suoi colleghi non sono venuti a presenziare in massa all’udienza odierna. Non affermo che Bini strumentalizza la fascia tricolore ad uso e consumo politico personale, ricordo tuttavia che i suoi cittadini l’hanno principalmente eletto per amministrare il bene pubblico di Castelnovo Monti.

Si può inoltre partecipare alla battaglia globale contro la mafia in modi diversi. Un esempio è l’azione istituzionale del Comune di Reggio in tema di trasparenza sugli appalti e le concessione edilizie. Senza contare che un uomo e la sua famiglia sono stati gettati nel fango solamente perchè avevano acquistato la casa, frutto dei sacrifici di una vita intera, da un imprenditore indagato e incarcerato nell’ambito del Processo Aemilia. Forse Luca Vecchi che per mesi ha accettato l’inaccettabile nel silenzio e nella consapevolezza di non avere commesso nulla di illegale, ha fornito una lezione di vera politica al di fuori di vetrine mediatiche davvero particolari.

Salvatore Occhiuto