Reggio Emilia. Fusione USL e Santa Maria, un colosso da 1.500 posti. Sarà la realtà più grande in regione. «Evitato il rischio doppioni»

«La Regione ha potuto anticipare la fusione di sei mesi, al prossimo primo luglio, perchè le due aziende sanitarie reggiane non sono mai state in conflitto, lavorano anzi da molto tempo integrate di fatto». Fausto Nicolini, dal 19 dicembre scorso direttore generale dell’Irccs Santa Maria Nuova dopo la guida dell’Ausl, attende ottimista l’unificazione che da luglio è previsto lo ponga al vertice dell’azienda sanitaria unica. Si torna dunque al 1994 quando l’Unità sanitaria era una sola. ga Nicolini nel suo nuovo ufficio dello storico ospedale Spallanzani – perché la rete è integrata non solo fra ospedali, ma anche fra territorio e ospedali e perché partiamo sani e robusti con fondamentali molto buoni: siamo già sotto il tasso prescritto di posti letto al 3,7 per mille residenti e abbiamo la percentuale di ospedalizzazione sui ricoveri ordinari più bassa in regione. Questo significa che si ricovera meno perchè anche il territorio fa la sua parte. Ne derivano costi pro capite di degenza più contenuti con risorse che liberiamo appunto sul territorio. Con oltre 1.500 posti letto in tutta la provincia saremo la realtà ospedaliera più grande in regione e il più imponente presidio non universitario. Gli ex ospedali Ausl verranno integrati al Santa Maria Nuova. L’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) non muterà nessuno dei suoi organici, modificherà soltanto la sua afferenza dall’ospedale alla nuova Ausl. Inoltre, mentre la Regione legiferava, non siamo stati con le mani in mano. Abbiamo creato i nuovi dipartimenti unici, più grandi ma soprattutto diversi, in quanto aggregazioni di unità operative di tutti gli ospedali. Ora i dipartimenti vanno riempiti di contenuti assistenziali: è questa la partita importante da giocare nei prossimi sei mesi e oltre».
Le strutture dipartimentali sono otto, come il Carlino ha dato ieri notizia, a fronte delle tredici precedenti. Si è quindi finalmente posto mano all’organizzazione sanitaria dopo mesi e mesi di lavoro sul fronte amministrativo e tecnico. Il rischio più grosso nella fase di unificazione amministrativa è stato quello di creare doppioni di ruoli, come appare evidente quando si uniscono due aziende con