Reggio Emilia: Generale Bruno Loi: «Il drappo tricolore vi commuoverà. Mi aspetto ventimila persone»

«Questo drappo risveglia nella gente i sentimenti patriottici, fa commuovere le persone. A Modena, nel 2011, c’erano ventimila persone per le strade, sono sicuro che anche a Reggio sarà così e diventerà una festa popolare». A parlare è il generale Bruno Loi, 75 anni, noto ufficiale dell’esercito italiano che ha svolto gran parte della carriera militare nei paracadutisti e diretto diverse missioni all’estero, tra cui il Libano e la Somalia.
LOI è stato l’ideatore del drappo tricolore di 1797 metri (corrispondente all’anno di nascita della bandiera italiana), largo 4,8 e pesante 500 chili che sfilerà per le vie del centro, sabato, in occasione della festa del 7 gennaio. Questo vessillo speciale (alla cui realizzazione è stato fondamentale l’apporto del Lions Club Modena Estense, di cui Loi fa parte) percorrerà 3,5 chilometri in un percorso che prenderà il via alle 11.30 da piazza Gioberti. Poi passerà per corso Garibaldi, via Emilia San Pietro e piazza Martiri del 7 luglio, con cerimonia in piazza della Vittoria. Il drappo sarà retto da 800 persone (reclutate dai Lions di Reggio) e da un altro migliaio (tra la gente) che verranno ‘acquisite’ durante il cammino.
«In realtà l’idea del drappo è nata nel lontano 1999 – racconta il generale – quando l’Associazione nazionale reduci dalla prigionia e dall’internamento ha pensato di fabbricare questa bandiera lunga allora 1560 metri. Dopo aver sfilato in varie città italiane e straniere, è approdata a Modena il 2 giugno 2011, quando festeggiammo i 150 anni dell’Unità. A quel punto abbiamo ritenuto che fosse necessario avere un riferimento tangibile per la nascita del Tricolore, che risaliva al 1797. Ecco dunque che abbiamo allungato il drappo fino a quella misura. In quella circostanza abbiamo anche ricevuto l’attestato del Guinnes dei primati: la nostra risultava essere la bandiera marciante più lunga del mondo e quella col maggior numerio di reggitori, 1795. Ma al di là dei record, a Modena è stato bello vedere le lacrime di soddisfazione delle persone impegnate a reggere il drappo durante il cammino, commosse per il gesto che stavano compiendo. Lì, riuniti tutti attorno al Tricolore. Passare davanti alle bande che suonavano canzoni risorgimentali, rievocare continuamente il patriottismo, è qualcosa che ha toccato nel profondo i sentimenti dei cittadini. Che magari erano giunti in piazza solo per pura curiosità, ma che a un certo punto si sono ritrovati coinvolti in un flusso di emozioni che nemmeno loro si immaginavano. C’era chi chiedeva di poter toccare il drapppo, ma l’invito era di venirlo a reggere. Alla fine sono accorse 20mila persone. E questo è stato veramente gratificante, perché si sa che i modenesi non sono proprio entusiasti di queste manifestazioni. Sono certo che anche a Reggio accadrà la stessa cosa».
QUESTA iniziativa, forse, finalmente, renderà davvero popolare la festa del 7 gennaio. «Eh sì perché la giornata del Tricolore è sempre stata la festa di un’elite – conclude Loi -. Lo dico senza polemica, però i soliti eletti si ritrovavano a fare le stesse cose ogni anno. E interveniva poca gente. Quanta? Un migliaio? Beh, quest’anno non sarà così, perché il drappo è per tutta la cittadinanza, senza nessuna distinzione di sesso, di età, di censo, di situazione economica e di colore della pelle. A Modena si erano uniti anche i ragazzi disabili in carrozzina. Il tricolore è di tutti, è un momento di fratellanza che unisce anche chi magari la bandiera la espone solo per i mondiali di calcio». Il Resto del Carlino