REGGIO EMILIA. IL CASO DEL PARCO OTTAVI TRA DEGRADO E SPRECHI

Se confrontiamo una veduta aerea di Reggio con quelle di Parma e Modena osserviamo che nella nostra città non esistono spazi liberi in quanto nell’ultimo decennio il processo di costruzione e riqualificazione ha proceduto inesorabilmente. Sovente una cementificazione esasperata che ha prodotto aree edificate ma disabitate e totale stagnazione del mercato immobiliare a causa dei prezzi elevati.

Un caso eclatante è il Parco Ottavi, una landa desolata situata dopo il quartiere di Regina Pacis, nei pressi dell’acquedotto. Una zona dove degrado e spreco di denaro simboleggiano il fallimento progettuale di un’idea di base interessante. Ossia creare in periferia quartieri che possano coniugare sviluppo sostenibile e ambiente compatibile.

Purtroppo il previsto insediamento di circa 3000 persone è rimasto un’utopia, molte opere sono incompiute, tra cui la nuova piscina con vasca da 30 metri, la stazione della linea ferroviaria locale, il laghetto artificiale abbandonato, un parco frequentato da balordi e vagabondi. Un fallimento progettuale derivato dal fallimento economico della gruppo Cmr incaricato della realizzazione dell’innovativa oasi a misura d’uomo ai margini della città.

Salvatore Occhiuto