La memoria storica nel nostro paese è lontana dall’essere condivisa. Ennesimo caso anche a Reggio dove qualche voce ha contestato la presenza del nome del Generale Enrico Cialdini in vari luoghi della città. Dal busto sotto il portico del Municipio, alla laterale di Viale Risorgimento denominata tale, alla caserma che ospita la sede della Questura in Via Dante Alighieri.
Un eroe delle Guerre di Indipendenza del Risorgimento che alcuni storici hanno invece definito criminale di guerra in quanto autore di una feroce repressione nei confronti del brigantaggio nel Meridione. Addirittura artefice di uno dei più gravi fatti di sangue della storia italiana l’uccisione di massa dell’intera popolazione di due paesi Pontelandolfo e Casalduni in Campania. Quasi mille morti arsi vivi e fucilati senza distinzione uomini, donne, anziani, bambini. “Non ci deve rimanere neanche una pietra”. Così avrebbe detto Cialdini dopo che i briganti avevano ucciso 45 militari dell’esercito piemontese. Molti enti locali hanno revocato cittadinanza onoraria e intitolazioni di edifici, piazze, strade. Una questione aperta anche nella “Città del Tricolore” dove tuttavia i problemi sono altri. Forse l’ennesimo diversivo allo scopo di togliere l’attenzione dalle vere emergenze.
Salvatore Occhiuto