Regine Emilia-Romagna. Economia sociale, via al Piano nazionale. Milza (Confcooperative): “Passo atteso, ora un ruolo strategico”

Un passo avanti atteso e importante, ma che ora deve tradursi in un pieno riconoscimento del ruolo strategico dell’economia sociale. Confcooperative Emilia Romagna accoglie con favore il “Piano Nazionale per l’Economia Sociale” pubblicato in questi giorni dal Ministero dell’Economia, ma chiede che alle buone intenzioni seguano strumenti concreti, a partire da un quadro fiscale e normativo adeguato.

L’iniziativa, promossa dal MEF e attualmente in consultazione pubblica fino al 12 novembre, arriva in risposta alla raccomandazione europea del 2023 che invitava gli Stati membri a sostenere il settore. In un comunicato diffuso oggi, il presidente di Confcooperative Emilia Romagna, Francesco Milza, sottolinea l’importanza della mossa del governo. “L’Italia è un Paese in cui l’economia sociale è già una realtà viva e diffusa”, dichiara Milza. “Serve ora che le politiche pubbliche le riconoscano pienamente una funzione strategica, perché si tratta di un’infrastruttura sociale che tiene insieme crescita economica, equità e capitale umano”.

La richiesta è chiara: servono “strumenti fiscali, finanziari e normativi adeguati”, individuando nel Ministero dell’Economia e delle Finanze un interlocutore unico dotato di una struttura dedicata. Un appello che si fonda su numeri di grande peso, soprattutto in Emilia-Romagna. “Nella nostra regione l’economia sociale rappresenta l’8,5% delle imprese, il 15% degli addetti e il 7% del valore aggiunto regionale”, spiega Milza. “Dentro questi numeri, la cooperazione da sola genera circa il 70% del valore aggiunto del comparto. È una forza che produce sviluppo e redistribuisce benessere”.

Secondo Confcooperative, il Piano nazionale offre l’occasione per consolidare il partenariato tra istituzioni e imprese sociali, valorizzandone il contributo in ambiti cruciali come la transizione ecologica, il welfare e la rigenerazione delle aree interne. Un modello che non va visto come marginale, ma come parte integrante dell’economia reale.

“L’economia sociale genera lavoro stabile, investe nelle persone, innova i servizi di comunità. È il luogo dove solidarietà e impresa si incontrano”, prosegue il presidente. Da qui la spinta per rendere il piano operativo al più presto e l’impegno a livello locale. “Siamo attivamente impegnati nell’interlocuzione con la Regione”, conclude Milza, “affinché l’economia sociale diventi elemento fondante del nuovo Patto per l’Emilia-Romagna, a partire dalla delega affidata al vicepresidente Vincenzo Colla”.