Regionali, Forza Italia: Renzi viola silenzio elettorale. E chiede a Mattarella di intervenire

Matteo RenziIl premier al Festival dell’Economia di Trento: “Le regionali hanno valenza locale, non sono un test per il governo”. Quanto basta al Mattinale per invocare la violazione delle regole. Intanto, Salvini si rivolge direttamente all’elettorato: “Invasione di clandestini, chi non vota domani è complice”. Battuta del premier su Brunetta: “Economista? Non esageriamo”. La replica: “Pronto a confronto. E a sbugiardarlo”.

“Apprendiamo che, violando in modo sfacciato la regola del silenzio elettorale, oggi pomeriggio Renzi partecipa a una manifestazione a Trento con il suo protegé dell’Inps, Boeri”. Lo scrive Il Mattinale, la nota politica redatta dallo staff del gruppo Forza Italia della Camera dei deputati, che invita il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a intervenire: “La cosa non può accadere, non deve accadere. La schizofrenia di Renzi che invoca la moralità e la tradisce mentre la proclama, non può arrivare al punto di uno sfregio che impone il richiamo alla legalità repubblicana del Capo dello Stato prima che sia la Procura di Trento a provvedere”.

Ma Matteo Renzi non è l’unico leader politico ad aver parlato delle voto per le regionali di domenica. Il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, non si è limitato a una valutazione, ma si è rivolto direttamente all’elettorato attraverso il suo profilo Facebook dove, secondo suo stile, ha impugnato uno dei suoi cavalli di battaglia: “Altri 4.243 clandestini in arrivo in Italia. Altri morti, altri scafisti soddisfatti, altri milioni per le cooperative. Chi non vota domani è complice dell’invasione in corso”. Il post di Salvini serve anche a scoperchiare la pentola dei social. Perché sono tantissimi i candidati in corsa alle regionali che sembrano non considerare il web parte della realtà a cui si applica il silenzio elettorale, piuttosto una zona franca dove prolungare la loro campagna.

Il silenzio elettorale è regolato dall’articolo 9 della legge n. 212 del 4 aprile 1956. “Nel  giorno precedente e in quelli stabiliti per le elezioni, sono vietati i  comizi e le riunioni di propaganda elettorale diretta o indiretta, in luoghi pubblici o aperti al pubblico, nonché la nuova affissione  di  stampati,  giornali  murali  od  altri o manifesti di propaganda o l’applicazione di striscioni,  drappi  o  impianti luminosi. Nei giorni destinati alla votazione è vietata, altresi’, ogni propaganda  elettorale  entro  il  raggio  di 200 metri dall’ingresso delle sezioni elettorali”.

Il premier Matteo Renzi è a Trento per il Festival dell’Economia. Non trattandosi di un comizio, tantomeno di una riunione di propaganda elettorale diretta, resta da valutare se le sue dichiarazioni costituiscano propaganda indiretta. In effetti, tra le varie tematiche affrontate, anche a margine dell’evento trentino, il leader del Pd ha sfiorato anche quello delle amministrative, non sottraendosi alla domanda sulle possibili conseguenze del voto, pur premettendo di sentirsi “veramente triste” perché, essendo “in pieno silenzio elettorale, non posso parlare di politica italiana”.

Quindi, alla valutazione se le regionali saranno un test politico, Renzi ha risposto: “Francamente no. Questa può essere stata una lettura che si è data sulle elezioni europee, lettura che anche in quel caso non condividevo. Ma le elezioni locali servono per le elezioni locali. Non c’è nessuna conseguenza” per il governo. Aggiungendo poi: “Se ogni volta il voto è un sondaggio sul gradimento del governo finisce, ad esempio con le europee, che si mandano in Europa persone che stanno lì solo perché sono più o meno amiche del capo del governo o dell’opposizione. Faccio un appello, e parlo di europee visto che sono in silenzio elettorale: abituiamoci a pensare che il voto serve per quello per cui si vota”.

Ma Renzi, a Trento, forse proprio perché edotto in tempo reale della denuncia del Mattinale, non ha risparmiato una battuta corrosiva al capogruppo di Forza Italia, Renato Brunetta, a cui lo staff de Il Mattinale fa riferimento. Intervistato da Lilli Gruber assieme al collega francese, Manuel Valls, Renzi ha ricordato che anche Brunetta ha votato il fiscal compact (“anche se non se n’è accorto”) e poi si è rivolto a Valls, chiedendo se lo conoscesse. La giornalista ha spiegato che si trattava del capogruppo di Forza Italia alla Camera e che è un economista. Al che Renzi ha commentato: “Un economista? non esageriamo”, fra le risate del pubblico.

E qui Brunetta, punto nell’orgoglio, ha rotto gli indugi, sfidando Renzi a singolar, economistica tenzone. “Sono davvero nauseato ma anche divertito dal presidente del Consiglio, che non solo viola il silenzio elettorale in barba alle più ovvie regole democratiche, ma si permette anche di insultare un esponente di uno schieramento politico a lui avverso, senza alcun contraddittorio. E’ proprio ossessionato da me, poveretto. Un atteggiamento che rappresentata alla perfezione lo stile e la morale di Matteo Renzi”. Renzi, aggiunge Brunetta, “un dittatorello bravo solo a raccontare (…) Repubblica.it