BOLOGNA, 12 DIC – Sollecitare i soggetti decisori nazionali affinché provvedano all’aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza con l’inserimento dell’implantologia protesica peniena e dell’implantologia sfinterica urinaria nelle attività, servizi e prestazioni assicurati dal Servizio Sanitario Nazionale, per garantire ai pazienti uomini candidati all’impianto – con particolare riferimento ai pazienti oncologici – il diritto ad un accesso equo, paritario e omogeneo alle cure e all’assistenza territoriale. La risoluzione, presentata dai consiglieri regionali della Lega, Gabriele Delmonte e Maura Catellani, e che impegna la Giunta Bonaccini a far da tramite per ottenere dai decisori nazionali l’inserimento nei Lea delle spese degli interventi possibili per le conseguenze dei casi più gravi di tumore, è stata approvata all’unanimità della Commissione regionale sanità nel corso della discussione che si è tenuta stamani. “E’ un tema delicato e spesso imbarazzante – ha detto Delmonte – ma esiste. E c’è un paradosso: il sistema sanitario prevede la copertura delle spese per i farmaci nei casi meno gravi di questa malattia, mentre chi, specie di interventi chirurgici radicali ancora a causa di un tumore, potrebbe essere candidato a superare il problema con interventi risolutivi di implantologia protesica peniena e sfinterica urinaria se vuole deve pagare di tasca propria: fino a 30 mila euro tra protesi e intervento vero e proprio”. Da qui la sollecitazione, approvata anche dai gruppi di maggioranza in Commissione regionale sanità, di sollecitare la Giunta a chiedere un aggiornamento dei Lea a livello nazionale. La disfunzione erettile rappresenta una patologia di rilevante impatto sociale: si calcola che, in Italia, il 13% degli uomini, ossia circa 3 milioni, ne siano affetti almeno in parte, ma l’incidenza aumenta con il passare dell’età (il 70% dei casi è legato a chirurgia pelvica, rappresentata principalmente da interventi di Prostatectomia Radicale effettuati per cancro prostatico). L’incontinenza urinaria, dopo prostatectomia radicale è ancora un problema significativo: la sua prevalenza è aumentata in seguito al drastico incremento degli interventi di prostatectomia radicale. “In Italia – ha aggiunto Delmonte – sarebbero 4.789 i pazienti che, a seguito di prostatectomia radicale per carcinoma, avrebbero potenzialmente diritto a ricorre all’impianto di una protesi peniena o protesi sfinterica . Ad esempio, essendo state effettuate in Emilia Romagna nel 2022 n. 1353 prostatectomie radicali è quindi plausibile sostenere che per l’anno 2022 circa 405 pazienti affetti da disfunzione erettile o protesi sfinterica che avrebbero avuto diritto a sottoporsi all’intervento”. Ora l’impegno ad aggiornare i Lea risponde “alla necessità di non dimenticare anche le implicazioni psicologiche relative ai pazienti colpiti dal cancro alla prostata e ancora di più le ripercussioni profonde che la chirurgia radicale pelvica porta con sé: questa malattia non è solo malattia del corpo, ma colpisce l’identità maschile più intima dell’uomo” ha concluso Delmonte.
Ufficio Stampa Lega Emilia-Romagna