“Io sono per fare il congresso, ma dovrà decidere l’assemblea. Per ora dobbiamo dire con il profondo del cuore buon lavoro a Paolo Gentiloni, siamo tutti con te”. E’ quanto ha dichiarato Matteo Renzi alla direzione del Pd, ribadendo che l’esperienza del suo esecutivo “è terminata, avevamo un disegno istituzionale ed è stato bocciato“. “Nei prossimi mesi andremo a un passaggio di elezioni politiche, ma non abbiamo paura del voto”, ha aggiunto.
“Rivolgiamo un grato apprezzamento al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per aver gestito la situazione con saggezza e intelligenza”, ha proseguito il segretario del Partito democratico.
“Sinistra non l’ha mai visto neanche col binocolo il 40%” – “Dobbiamo prendere atto del responso degli elettori e aprire una riflessione e farla nel modo più ampio possibile senza cedere a una rappresentazione macchiettistica per cui l’elettorato della sinistra non sta in quel 40%”, ha detto ancora Renzi. E, ironizzando, ha poi aggiunto: “L’elettorato di sinistra non l’ha mai visto neanche col binocolo il 40%. Chi immagina di avere il copyright di quel pezzo di sinistra non lo ha mai visto quel 40% ma non l’hanno mai visto neanche personaggi superiori”.
“Se il 59% è un voto politico – ha detto Renzi – allora lo è anche il 41. Dobbiamo cerchiamo di capire come uscire da questa situazione, capire dov’è l’Italia oggi. Noi pensavamo di uscirne per via istituzionale con l’Italicum e le riforme. Avevamo quel disegno, quel disegno è stato bocciato”.
“Dal Pd responsabilità per governo, da altri diniego” – “Ci siamo assunti come Pd la responsabilità del nuovo governo dopo aver chiamato anche altri e aver ricevuto un diniego e credo che queste modalità debbano essere chiare, forti ed evidenti agli occhi di tutti con trasparenza cristallina”, ha dichiarato Renzi. “Si chiude – ha aggiunto – l’esperienza di governo al quale anche io ero affezionato: si chiude, punto. E’ una bellissima storia il cui valore e le cui difficoltà saranno oggetti di dibattito e discussione ma restano agli atti. Non dobbiamo fare una discussione solo sui mille giorni ma su cosa immaginiamo di fare del nostro futuro. Ci sono elementi molto positivi ed elementi evidentemente negativi. Negare la complessità della situazione è incredibile per tutti”.
“Discorsi autoreferenziali con noi non sfondano” – “Le discussioni autoreferenziali che alcuni hanno cercato di portare anche in questa sede con noi non sfondano”, ha affermato l’ex premier, citando una poesia di Fernando Sabino: “Di tutto restano tre cose: la certezza che stiamo sempre iniziando, la certezza che abbiamo bisogno di continuare, la certezza che saremo interrotti prima di finire”. “Pertanto – ha concluso -, dobbiamo fare: dell`interruzione, un nuovo cammino, della caduta un passo di danza, della paura una scala, del sogno un ponte, del bisogno un incontro. Questo è il Pd”.
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