Renzi-Calenda, volano gli stracci. E l’ex premier accusa l’alleato

Tiene banco, in queste ore, la lite tra Matteo Renzi e Carlo Calenda, con il rischio di una clamorosa (ma per qualcuno in realtà prevedibilissima) spaccatura del Terzo Polo. I due leader sono ormai ai ferri corti e non è da escludere che la loro intesa salti.

Anche se, alla fine, avrebbero entrambi i contendenti da rimetterci in questa fase. Ad esempio in termini di finanziamenti ai gruppi parlamentari, tanto per dirne una.

Renzi prova a uscire dall’angolo e nel corso della riunone di Italia viva va all’attacco. “Non c’è nessun cambio di linea da pare nostra, anzi. Abbiamo accettato di tutto, il passo indietro mio, prima il partito unico, la polemica sui simboli. Non so cosa altro poter accettare, persino che il tesseramento valesse anche per il tesseramento unico”.

Il senatore fiorentino prova al contempo a gettare acqua sul fuoco, ma l’incendio ormai è divampato e non è detto che il lavoro dei pompieri anche se spegnerà le fiamme servirà a rimettere davvero a posto le cose. “Manteniamo l’obiettivo delle europee del 2024, la battaglia decisiva. Lì o il Terzo polo fa un buon risultato o il percorso fatalmente è destinato a venire meno. Noi siamo al lavoro per delle belle liste e per un buon risultato”. Il discorso di Renzi sembra essere questo: parliamo di cose serie, ovvero delle prossime scadenze elettorali. Calenda, però, ormai non si fida più. E la mossa con cui Renzi, a sorpresa, ha annunciato di aver accettato l’incarico di nuovo direttore del Riformista, ha mandato in crisi il politico romano.

Sul giornale che lui va a dirigere Renzi svela un dettaglio interessante: “Qualcuno dice che tutto nasce per il Riformista. Nella telefonata che ha preceduto la mia conferenza stampa, Carlo Calenda era entusiasta e mi diceva che bisognava fare il quotidiano del Terzo Polo. Io ho spiegato a Calenda che non aveva senso. Questi sono elementi fattuali che nessuno può discutere”.

E poi, tanto per non farsi mancare niente, Renzi snocciola anche alcuni dati sui soldi messi in campo per sostenere l’alleanza con Calenda. “Qualcuno dice che la rottura che da questa mattina viene paventata e adombrata da Azione nasce per esigenze legate alla questione di soldi, qualcuno dice che nasce per esigenze legate al Riformista, qualcuno dice che nasce per esigenze legate allo scioglimento dei partiti politici. Si tratta di alibi e finte motivazioni. Dall’inizio dell’operazione tra Azione e Italia Viva noi abbiamo dato circa un milione e mezzo di euro. La maggioranza dei quali sono stati spesi per promuovere il volto e il nome di Carlo Calenda”, ha aggiunto Renzi. “Ci sono le fatture a dimostrarlo”.


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