Clima di fuoco in Consiglio grande e generale.
È ancora una volta la questione giustizia ad accendere gli animi. Il dibattito in comma comunicazioni si conclude con la presentazione da parte di tutta l’opposizione di una mozione sfiducia per il segretario di Stato con delega alla Giustizia, Nicola Renzi.
La questione ruota attorno alla prossima nomina del nuovo magistrato dirigente del tribunale. «Se Guzzetta non avesse scritto quella lettera ai membri della commissione di Giustizia – dice Pasquale Valentini della Dc – se non avessimo avuto questo suo scrupolo, il Consiglio si sarebbe trovato venerdì (domani, ndr) con la nomina del magistrato dirigente, senza che qualcuno sapesse il contenuto della sua lettera, ovvero che segretario di Stato e presidente Commissione giustizia lo hanno contattato per chiedergli disponibilità a fare il magistrato dirigente. La legge non dà nè al segretario di Stato né al presidente della Commissione alcun compito riguardo alla nomina del magistrato dirigente».
Immediata la replica della maggioranza. «L’annuncio di una mozione di sfiducia nei confronti del Segretario Renzi – scrivono da Adesso.sm – con motivazioni palesamento inconsistenti, dà la misura di un completo disinteresse per i veri problemi del nostro tribunale, sacrificato sull’altare della polemica politica a tutti i costi».
La tensione in aula si alta ulteriormente quando a prendere la parola è Matteo Ciacci di Civico. «Oggi in aula – attacca – vengo a sapere che un consigliere della Repubblica, Ciavatta, è rinviato a giudizio. Rete che si richiama alla legalità, ha un rinviato a giudizio in aula, sarebbe stato incredibile qualche anno fa. Ciavatta ha fatto un intervento molto pericoloso, quello sì, sull’indipendenza e autonomia della magistratura».
In aula si scatenano applausi e grida, tanto che la Reggenza è costretta ad intervenire per richiamare i consiglieri rei di «atteggiamenti indegni – sottolineano Reggenti – per un aula parlamentare». il Resto del Carlino