Renzi e Calenda in pressing, il confronto tv in Rai sia a 4

E’ polemica sul confronto televisivo, in vista delle elezioni, previsto sulle reti Rai, a cui dovrebbero partecipare solo Meloni e Letta. Il terzo polo va all’attacco, con Renzi e Calenda che chiedono un confronto a 4, con anche Conte e lo stesso Calenda.

A sollevare il polverone è il leader di Azione Carlo Calenda. “Vi spiego cosa sta succedendo sui confronti. Letta e Meloni stanno dicendo a Rai (Bruno Vespa) e Corriere che sono pronti a confrontarsi solo tra di loro. Vogliono continuare questa stucchevole telenovela Sandra e Raimondo. Oggi scriveremo agli editori e ad Agcom. Accettare diktat da due dei quattro leader delle coalizioni è una violazione della parità di trattamento che i media offrono in ogni paese democratico. E al di là degli aspetti legali dovrebbero essere per primi giornali/televisioni a non chinare la testa davanti a queste pretese. Chiediamo pertanto formalmente al Corriere e alla Raiofficialnews di organizzare un confronto a quattro e di non sottostare a richieste inaccettabili da parte di Meloni e Letta che ledono la democrazia”, scrive Calenda su Twitter.

Nel primo pomeriggio Calenda rincara la dose: “Neanche in Russia la televisione pubblica organizzerebbe un confronto due giorni prima del silenzio elettorale escludendo due coalizioni. Intervenga subito l’Agcom il CDA Rai e Fuortes. E a EnricoLetta dico: è questa roba qui che insegnavi in Francia? Vergogna”, scrive su Twitter.

“Credo che il confronto vada fatto a quattro: Meloni, Letta, Calenda e Conte. Gli italiani hanno dovere di sapere tra M5s, terzo polo, Pd e alleati, e centrodestra chi è più credibile. Faccio un appello al presidente e al dg Rai: non ci siano scherzi su questo, il confronto va fatto a quattro”, dice il leader di Italia viva Matteo Renzi.

“Oggi il leader del Terzo Polo, Carlo Calenda, denuncia pubblicamente che i leader delle coalizioni di sinistra e destra, Enrico Letta e Giorgia Meloni, starebbero esercitando pressioni sulla Rai, in particolare su un conduttore affermato e autorevole come Bruno Vespa, per mettere in onda un confronto elettorale riservato esclusivamente a loro due”, scrive il deputato di Italia Viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi, in una lettera inviata al presidente della commissione di Vigilanza, Alberto Barachini, pubblicata sulla sua pagina Facebook.
“Se fosse confermato – si legge -, sarebbe una gravissima ingerenza sull’autonomia del servizio pubblico e costituirebbe una violazione pesante della Par Condicio, perché le coalizioni in campo che hanno rappresentanza parlamentare sono 4 e non 2: oltre a destra e sinistra ci sono il Terzo Polo guidato da Calenda, che vede l’alleanza di Italia Viva di Matteo Renzi e Azione, e il Movimento 5 stelle guidato da Conte”. “Invitare solo 2 coalizioni su 4 – prosegue Anzaldi nella lettera – significa falsare la corretta rappresentazione della campagna elettorale ed escludere chi rappresenta, sia in Parlamento che nei sondaggi, una quota molto rilevante di elettorato. Le chiedo di intervenire, in qualità di presidente della commissione di Vigilanza, affinché la Rai e l’Agcom diano immediato riscontro alla denuncia avanzata pubblicamente dall’onorevole Calenda, per tutelare l’informazione pubblica e ristabilire il corretto svolgimento della campagna elettorale”, conclude il deputato.

Nel campo di Azione scende in campo Mariastella Gelmini.”Un’Italia dimezzata è quella che sognano Meloni e Letta, con un confronto su misura. Ma il Paese chiede risposte, non telequiz. I protagonisti della politica italiana sono quattro e la democrazia va rispettata, garantendo un confronto leale, guidato dalle proposte e non dalla paura, nell’interesse degli italiani. Ciò che serve all’Italia sono risposte concrete alla crisi. No ai teatrini”, dice la ministra per gli Affari regionali e le Autonomie.

“La Rai e gli editori rispettino gli elettori: le elezioni non sono un referendum, i duelli a due Letta e Meloni sono un inganno. Tutte le posizioni devono essere rappresentate”. Lo scrive su Twitter Mara Carfagna, ministra per il Sud ed esponente di Azione aggiungendo gli hashtag ‘non è un referendum’ e ‘diritto di confronto’.


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