Renzi. Il Premier richiama la minoranza. “Siamo un partito, serve disciplina”

renzi«C’È LA PIENA disponibilità mia e del governo a fare più incontri» sulla legge di Stabilità. Anche se, nella riunione di ieri, il format era il solito: lungo discorso del premier e zero dibattito seguente.
È con parole di dialogo, almeno con le parti più dialoganti della minoranza del Pd, che Renzi apre l’assemblea dei gruppi congiunti dem di Camera e Senato che si è tenuta ieri sera. Dopo il
coup de theatre (Renzi cerca Bersani cui ha portato da Cuba un sigaro Romeo y Julieta, ma l’ex segretario ancora non c’è e allora lo consegna al suo colonnello, Roberto Speranza…), il premier – che, stupendo tutti, parla leggendo una relazione e non a braccio, come fa di solito – afferma che «questa stagione (la sua, ndr) ha tutti i requisiti per entrare nella storia: stiamo facendo un cambiamento radicale e indelebile della politica italiana».
Con una certa enfasi, Renzi parla di «un’Italia che è ripartita» e di «una politica si riprende la sua dignità». «Altro che tecnici o commissari, i cambiamenti decisi sono tutti politici e di una politica nuova», sottolinea il premier che ce l’ha non solo con le critiche ‘tecniche’ alla manovra economica, ieri affiorate prepotenti (Corte dei conti e Bankitalia), ma anche con la stagione dei ‘commissari’ nelle città, rivendicando un ruolo per il suo Pd perché «chi fa politica non è un cittadino di serie B». Poi Renzi entra nel merito della manovra e dice: «Il debito per la prima volta dal 2007 sta scendendo, questo è il nostro mantra. Ci accusano di fare una finanziaria in deficit, ma il deficit è al 2,2 e, per la prima volta, sotto il 2,5. È assurdo dire che questa manovra è in deficit!». E ancora: «Non c’è nessun legame provato fra evasione e contanti».

La Stampa