Renzi vola negli Usa: «Match storico» Ma scoppia la polemica tra i partiti

renzi finale tennisRINFRANCATO dai numeri dell’economia in ripresa, Matteo Renzi si butta sullo sport e approfittando della qualificazione per la finale degli Us Open delle due tenniste pugliesi, Flavia Pennetta e Roberta Vinci, ieri ha annullato tutti gli impegni in agenda ed è volato a New York dove prima di assistere al match ha detto che «per noi è un grande giorno, una giornata storica. Sono orgoglioso delle nostre ragazze». E qualche ora prima, appena atterrato nella Grande Mela aveva pure pubblicato un tweet dedicato alla vittoria del ciclista italiano nel giro di Spagna: «Mitico Fabio Aru, la Vuelta 2015 è tua».

UN SABATO promozionale, quindi, che gli ha permesso di schivare l’inaugurazione della Fiera del Levante di Bari dove, dopo le tensioni delle scorse settimane, rischiava un confronto duro con il governatore pugliese Michele Emiliano che ha fatto buon viso e cattivo gioco dell’assenza, non attaccandolo direttamente, ma poche ore dopo ha avviato il ricorso della regione Puglia alla Consulta contro la Buona scuola. Ma il viaggio ha scatenato tutta l’opposizione, dalla Lega a Forza Italia, dal M5s a Fratelli d’Italia e Italia Unica.

L’ASSENZA del premier a Bari è stata letta da molti come uno schiaffo al governatore, a maggior ragione perché si è fatto sostituire non da uno dei suoi ministri più importanti ma dal sottosegretario Claudio De Vincenti. Incassato lo sgarbo, Emiliano ha fatto buon viso a cattivo gioco. Prima ha risposto con eleganza dicendo che «sarei andato lì anche io ma il mio dovere me lo impedisce». Poi ha stravolto il suo discorso non polemizzando né rivolgendosi mai direttamente al premier ma lanciando solo qualche frecciatina al governo e ammonendo che «siamo una terra leale. Ma lealtà non è cieca obbedienza. Ci vuole coerenza. Il governo porti avanti i patti, coerentemente, e non con strabismo». In serata poi però è arrivato il colpo di coda, facendo approvare dalla giunta il ricorso alla Corte Costituzionale contro la legge sulla Buona scuola, una delle riforme di cui va fiero il premier.

AL DI LÀ della questione barese però, il viaggio di Renzi ha scatenato le opposizioni che sono andate giù pesantissime in una pioggia di dichiarazioni. Da Matteo Salvini che ha gridato alla «vergogna, perché se vuol guardare le partite di tennis o te le guardi in televisione o non fai il presidente del Consiglio», a Forza Italia con Renato Brunetta che bolla «Renzi è uno che scommette
win-win, va a farsi comunque lo spottone. Chiunque vinca sarà un successo. Viva Pennetta, viva Vinci, abbasso Renzi l’opportunista». L’attacco più duro è però arrivato dal M5s: la componente del direttivo Carla Ruocco ha parlato di «un atteggiamento di totale distacco dalla vita reale, Renzi deve andarsene e non deve essere più al governo di questo Paese».
Tra i difensori del premier tutti i renziani che fanno quadrato, a partire da Ernesto Carbone che su Twitter ha risposto al leader leghista: «Salvini noto statista con le felpe Padania is not Italy preferisce però i viaggi in Corea del Nord. Non sa che cosa sia l’orgoglio italiano».

Fonte: CORRIERE DELLA SERA