«Report», la Juve, la ‘ndrangheta e l’ inchiesta che scotta. Stasera su Rai3

Il conduttore Sigfrido Ranucci (Rai3, 21.15): «Gli affari con i biglietti dello stadio presenta un legame tra certi personaggi, dirigenti e anche calciatori della Juve».

Farà clamore. Già sento l’eco delle proteste domattina dopo la messa in onda. Chi ama il giornalismo d’inchiesta, chi ama la ricerca della verità stasera deve vedere «Report» – Rai3, 21.15, che oggi ricomincia con un nuovo ciclo di puntate. E parte con il «botto» perché il mondo sportivo sta già tremando. Stasera vedremo l’infiltrazione della ’ndrangheta nella «curva» della Juventus.

Alla fine della puntata saremo indignati e arrabbiati perchè prima di tutto ci hanno rubato il calcio sano, lo sport più bello e popolare del mondo. Da troppo tempo il calcio è diventato puro business. Sarò antica ma stasera ( e non solo stasera) indigniamoci tutti. Certo , si dirà, in questo momento in Italia ci sono problemi più gravi del «calcio malato», ma se recuperassimo anche i vecchi valori dello sport — passione, agonismo, sportività, lealtà — non farebbe male al Paese.

Il giornalista Federico Ruffo ha lavorato mesi a questa inchiesta e ha scoperto evidenti connessioni tra la Juventus e ambienti malavitosi. Doppio merito a Ruffo che è un tifoso della squadra bianconera. «Sono juventino, ma prima di tutto sono un giornalista — ha detto — . E da giornalista so che questa inchiesta non ha nulla a che fare col calcio. E’ uno dei lavori più importanti che abbia fatto in anni di carriera, portato avanti proprio per amore dello sport, quello vero, e del tifo, quello che non ha bisogno di fare soldi sulla passione degli altri».

Dopo la pubblicazione delle anticipazioni che mostrano uno scambio di messaggi tra Beppe Marotta, fresco di dimissioni dalla poltrona di direttore sportivo e ad della Juventus (dimissioni sospette), e un intermediario di Rocco Dominello, appartenente a una famiglia della ‘ndrangheta, la tensione è alta nel mondo del pallone.

Il conduttore del programma Sigfrido Ranucci, che da un anno ha raccolto il testimone lasciato da Milena Gabanelli, ha chiarito: «Non ci sono dirigenti della Juventus indagati ma quello che emerge dall’inchiesta è un contatto diretto tra i manager bianconeri e i Dominello, famiglia accusata di avere dei legami con la ‘ndrangheta. La questione del bagarinaggio e degli affari con i biglietti dello stadio presenta un connubio chiaro tra certi personaggi, tra persone indagate, dirigenti e anche calciatori della Juve».

Maria Volpe, Corriere della Sera