Report sul commercio a Rimini: “botteghe” in affanno, ma spingono e-commerce e autosaloni

Nel cuore dell’economia riminese, il settore del commercio affronta una trasformazione complessa: calano le imprese tradizionali, ma emergono nuove tendenze che raccontano un mercato in evoluzione, tra digitalizzazione e specializzazione.

Una persona fa la spesa al supermercato, Bologna, 12 novembre 2014. ANSA/GIORGIO BENVENUTI

Secondo i dati aggiornati al 31 dicembre 2024, il comparto commerciale in provincia di Rimini conta 8.277 imprese attive, pari al 23,9% del tessuto imprenditoriale locale. Un settore dunque centrale, che però mostra segnali di contrazione: il numero di imprese è sceso dell’1,1% rispetto al 2023, sebbene il calo sia meno marcato rispetto ai dati regionali (–2,2%) e nazionali (–2,7%).

Nel 2024, il bilancio tra nuove aperture (363) e cessazioni (545) restituisce un saldo negativo di 182 unità. Tuttavia, si segnala un aumento delle iscrizioni (+9,7%) e un leggero calo delle chiusure (–1,3%), sintomo di una vitalità che cerca nuove formule per sopravvivere.

Il commercio al dettaglio perde pezzi, ma crescono nicchie e nuovi format

La crisi delle botteghe si fa sentire in particolare nel commercio al dettaglio, che rappresenta oltre la metà del comparto (55%) ma registra un calo dell’1,8%. I settori più colpiti sono abbigliamento (–5,5%), calzature (–3,4%), mobili (–6,8%), telefonia (–14,6%) e sanitarie (–9,1%). Segnali di contrazione anche per tabaccherie, librerie, fiorai, profumerie e ferramenta.

In controtendenza alcune piccole realtà di nicchia: crescono infatti pescherie (+1,5%), negozi di frutta e verdura (+1,0%), articoli sportivi (+1,2%), farmacie (+0,8%) e pasticcerie e beverage (+4,8%). Anche i grandi magazzini non alimentari mostrano un leggero segno positivo (+1,5%), mentre supermercati e alimentari generalisti calano dell’1,8%.

Ambulanti ed e-commerce: due mondi a confronto

Il commercio ambulante, che copre circa un quinto del dettaglio riminese, scivola del 3,9%, rispecchiando il trend negativo regionale (–4,9%) e nazionale (–6,1%).

Al contrario, l’e-commerce si conferma in forte ascesa, con un incremento del 4,9%: in provincia, oggi l’8% delle attività al dettaglio opera online, segno evidente di una trasformazione irreversibile nelle abitudini d’acquisto dei consumatori.

Ingrosso e auto: stabilità e piccoli segnali positivi

Nel commercio all’ingrosso, che rappresenta il 34,5% del settore, la flessione è contenuta (–0,7%) e migliore rispetto alla media regionale e nazionale.

Buone notizie, invece, dal fronte commercio e riparazione di veicoli: le imprese attive crescono dell’1,8%, invertendo la tendenza negativa nazionale e superando di slancio la stabilità registrata in Emilia-Romagna. Si tratta di un settore che oggi rappresenta oltre il 10% del comparto commerciale provinciale.

Occupazione e vendite: un settore ancora decisivo

Nel complesso, il commercio riminese dà lavoro al 17,5% degli occupati locali. Il 47,2% degli addetti è impiegato nel dettaglio, il 42,3% nell’ingrosso e il restante 10,5% nei servizi legati ai veicoli.

Le vendite, nel 2024, hanno mostrato una sostanziale stabilità (–0,2%), con segnali alterni nei trimestri. I prodotti alimentari sono rimasti invariati (–0,2%), mentre i non alimentari hanno registrato una lieve flessione (–0,3%). In crescita, invece, gli iper e supermercati (+0,8%).

Le imprese di piccola taglia (fino a 5 addetti) hanno subito una leggera contrazione (–0,3%), mentre quelle medie e grandi si sono mantenute su livelli stabili (+0,1% e –0,1%).

Un settore in cerca di identità

Il quadro che emerge è quello di un settore commerciale in transizione, alle prese con i cambiamenti strutturali del mercato e dei consumi. Se da un lato le piccole attività tradizionali arrancano, dall’altro cresce una nuova economia, più digitale, più specializzata, e in grado di intercettare nuovi bisogni.

Il futuro del commercio a Rimini si giocherà sulla capacità di innovare, investire nella qualità e valorizzare le eccellenze locali, senza perdere di vista la dimensione umana che ha sempre caratterizzato il rapporto tra negozianti e comunità.